ROCCO SCOTELLARO
HO CAPITO FIN TROPPO
Ho capito fin troppo gli anni e i giorni e le ore
gl'intrecci degli uomini, chi ride e chi urla
giura che Cristo poteva morire a vent'anni
le gru sono passate, le rondini ritorneranno.
Sole d'oro, luna piena, le nevi dell'inverno
le mattine degli uccelli a primavera
le maledizioni e le preghiere.
(da Margherite e rosolacci, Mondadori, 1978)
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Un universo contadino, sempre uguale e sempre diverso nel ciclo delle stagioni, nei dolori degli uomini e delle donne, nei soprusi patiti. Si fa in fretta a rendersi conto di quale sia la vita in questo lembo di Mezzogiorno a ridosso del Basento, dice il poeta lucano Rocco Scotellaro. Ma anche chi ha trovato il coraggio o la disperazione per andarsene, come lui, apparterrà sempre a questo mondo: “Il paese continua la sua storia / «sotto il cielo stellato foglia a foglia» / per chi paese se vuol ritornare”.
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CLAUDIO DA FIRENZE, "LAVORO NEI CAMPI"
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LA FRASE DEL GIORNO
L'umanità ci sta a farsi i complimenti fino a quando non viene uno a dire della loro inutilità. Allora si arrossisce, perché l'amor proprio viene stuzzicato.
ROCCO SCOTELLARO, Giovani soli
Rocco Scotellaro (Tricarico, 19 aprile 1923 – Portici, 15 dicembre 1953), scrittore, poeta e politico italiano impegnato nella lotta per miglioramento delle condizioni economiche e sociali dei contadini. La sua poesia è caratterizzata da da un'ambientazione pastorale serena, da un'armonia di immagini e visioni che esaltano la vita bucolica.
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