CARL SANDBURG
CHI SONO?
La mia testa batte contro le stelle.
I miei piedi sono sulle cime dei colli.
Le punte delle mie dita sono nelle valli o alle sponde della vita universale.
Giù nella mormorante spuma delle cose primitive protendo la mia mano e gioco con le selci del destino.
Molte volte sono stato all'inferno e son tornato.
So tutto del paradiso, poiché ho parlato con Dio.
M'imbratto nel sangue e nelle viscere del terribile.
Conosco l'ardente ratto della bellezza
E la straordinaria ribellione dell'uomo a tutte le insegne che portano scritto: «Proibito».
Il mio nome è la Verità, e io sono il più elusivo prigioniero dell'universo.
(da Poesie di Chicago, 1916)
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Chi sono io? Prova a dare risposta a questo universale dilemma il poeta statunitense Carl Sandburg. Se nella prima parte protagonista è il suo essere fisico, esploratore del mondo, in rapporto con la primigenia essenza della natura, nella seconda a prevalere è l'essere spirituale, la coscienza, consapevole dell'etica, della morale, della bellezza, ma anche delle bruttezze e delle tragedie. Chi sono? dunque. Sandburg trova la sua risposta nel verso finale: non c'è scampo, ma solo Verità.
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FOTOGRAFIA © STOCKSNAP/PIXABAY
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LA FRASE DEL GIORNO
Sono un idealista. Non so dove sto andando, ma sono sulla buona strada.
CARL SANDBURG
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Carl Sandburg (Galesburg, Illinois, 6 gennaio 1878 – Flat Rock, North Carolina, 22 luglio 1967), poeta statunitense. Nella sua poesia, in cui è costante il richiamo ai principi della solidarietà democratica, l’evidenza delle immagini e l'andamento discorsivo creano un linguaggio sperimentale, giocato sui contrasti e sulla vivacità della scansione.
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