domenica 14 dicembre 2008

Nell'attesa la gioia



EUGENIO MONTALE

GLORIA DEL DISTESO MEZZOGIORNO


Gloria del disteso mezzogiorno
quand'ombra non rendono gli alberi,
e più e più si mostrano d'attorno
per troppa luce, le parvenze, falbe.

Il sole, in alto - e un sécco greto.
Il mio giorno non è dunque passato:
l'ora più bella è di là dal muretto
che rinchiude in un occaso scialbato.

L'arsura, in giro; un martin pescatore
volteggia s'una reliquia di vita.
La buona pioggia è di là dallo squallore,
ma in attendere è gioia più compita.

(da Ossi di seppia, Gobetti, 1925)


Viviamo in una società che fa del vacuo e del banale, del leggero e della superficialità il suo credo: è così che in nome del marketing più sfrenato è nata la “destagionalizzazione”, parola orribile che significa la presenza di ogni tipo di frutta e verdura, ma anche di gelati, cioccolato e birra, in ogni stagione dell’anno sugli scaffali dei supermercati. Non dobbiamo più aspettare che maturino le ciliegie, che il campo ci doni gli asparagi e i carciofi, che venga il momento dei lamponi e delle albicocche. Almeno, resistono i panettoni: appaiono sempre prima, ma solo per i mesi intorno a Natale.

È uno svuotare il senso dell’attesa, così forte nella religione cristiana: la Quaresima, l’Avvento che stiamo vivendo in questi giorni di dicembre con il ricordo dei Natali passati e del desiderio che si amplificava giorno per giorno fino a esplodere la mattina di Natale con il rito dei pacchetti scartati sotto l'albero.

E così si spiega anche l’amore, divenuto ormai solo sesso frenetico, “mordi e fuggi", come certe vacanze da fine settimana, spremute più nel viaggio che nel loro effettivo svolgersi. Tutto diventa "occasionale" ed in questo modo si svuota di ogni valore.

Tenendo presenti tutte queste considerazioni, rileggiamo allora una delle più famose poesie di Montale, "Gloria del disteso mezzogiorno": nell'ora più calda di un giorno d'estate, presso il letto in secca di un torrente, il poeta sa che la giornata non è finita, attende che venga il tramonto, che giunga la pioggia a superare lo squallore di quel paesaggio aspro, a ridare la vita, ormai ridotta a parvenza, a "reliquia". Ma senza fretta... c'è gioia anche nell'attesa, nel desiderio.



Plinio Lomellini, "Marina ligure"



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LA FRASE DEL GIORNO
Perché cos'è l'uomo senza desideri, senza libertà e senza volontà se non una puntina nel cilindro di un organetto?
FEDOR DOSTOEVSKIJ, Memorie dal sottosuolo




Eugenio Montale (Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981), poeta e scrittore italiano, Gli fu conferito il Premio Nobel per la Letteratura nel 1975 “per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni”, ovvero la “teologia negativa” in cui il "male di vivere"  si esprime attraverso la corrosione dell'Io lirico tradizionale e del suo linguaggio.



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