ELIO FIORE
IO NON SO COME
Io non so come,
la notte è lunga
e il tempo un mostro,
ma so che verrà l'alba
e la vita degna
sarà in ogni uomo,
e la terra non tremerà più
e la stella di Betlemme
ricorderà per sempre che Cristo
è Veramente nato
per tutti gli uomini.
Io non so come,
la guerra è sulla terra
e il male sconvolge la Creazione,
ma so che verrà l'alba
e ogni uomo avrà il suo pane
e ogni uomo sulla spiaggia
riconoscerà Cristo che mangia
pesce e parla con lui.
Io non so come,
anche quest'anno è stato orrendo
di massacri e di morti,
ma so che verrà l'alba
eterna, la luce che attende
ogni creatura, fatta a immagine
di Dio, canto dell'universo.
Io non so come,
la notte è lunga
e il tempo un mostro,
ma so che verrà l'alba.
A tutti quelli che credono ancora nella magia del Natale, a tutti coloro che credono ancora nel sogno come quando erano bambini e non si sono lasciati traviare dalle amarezze della vita, a quanti non si sono abbandonati allo sconforto e non si sono voluti trasformare in tanti Ebenezer Scrooge, regalo questa poesia di Elio Fiore.
Amici del "Canto delle sirene", Buon Natale a tutti voi!
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Sandro Botticelli, "Natività mistica”
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LA FRASE DEL GIORNO
Senza neppure chiedersi il perché, la gente si smarrisce in quella strana atmosfera di allegrezza, di riposo, di poesia, di bontà e, data l'abitudine, trova tutto molto naturale; però c'è lo stupore, la incredulità. Come è possibile che esista un giorno così differente dagli altri 364 giorni dell'anno? Come si spiega che per l'occasione l'umanità si comporti esattamente al contrario del solito?
DINO BUZZATI, "Lo strano fenomeno che si chiama Natale", Corriere d'informazione, 24-25 dicembre 1954
Elio Fiore (Roma, 12 luglio 1935 – 21 agosto 2002), poeta italiano. Segnato nell'intimo dagli orrori della guerra, visse di lavori modesti: operaio in fabbrica, poi collaboratore nella Casa della Pace, quindi impiegato nella biblioteca del Pontificio Istituto Biblico.
2 commenti:
C'è di che riflettere e anche di che arrossire, in questi semplici versi di Dino Buzzati: tra le righe, c'è la chiave di tante risposte e di tante domande che in questi giorni di luci, suoni, colori e confusione tutti noi ci siamo rivolti, almeno una volta...
Luciana - comoinpoesia.com
Sono versi che mi hanno ricordato, nel loro piccolo, una delle mie poesie predilette, "Uomo del mio tempo" di Salvatore Quasimodo:
Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo.
È un monito che fa pensare, che mette con le spalle al muro certe personalità altere che credono di possedere la verità solo perché lo dicono loro (Margherita Hack, per fare un nome!). E la mattina di Natale, zac!, ecco il giocattolo davanti al camino e lo svenimento di una nota astrofisica...
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