CESARE RINALDI
LUCCIOLE INTORNO ALLA CARROZZA DI BELLISSIMADONNA NEL MESE DI NOVEMBRE
Non è il novembre la stagion de’ fiori,
mute farfalle erranti,
dispensiere di luce,
ch’a nobil carro avanti
tessete in cieca notte aurei splendori.
Non è il novembre la stagion de’ fiori,
lucciolette vaganti,
pompe del lieto aprile, e chi v’induce
a intempestivi errori?
Hanvi forse ingannate
di due guance rosate i bei colori?
Non è il novembre la stagion de’ fiori.
Nel mio peregrinare nella Rete mi sono imbattuto in un oscuro madrigale del Cinquecento, di cui è autore Cesare Rinaldi, marinista bolognese. Mi ha intrigato il contrasto tra estate e autunno, lo scambio di ruoli che al poeta fa prefigurare il miracolo della bellezza. Sta' a vedere, mi sono detto, che già mezzo millennio fa si verificavano quegli strani nefasti effetti che ora ci spacciano con la enfatica definizione di "riscaldamento globale". Perché il Rinaldi in effetti parla di lucciole a novembre, se non è stata l'allucinazione di un cuore innamorato o l'iperbole di un poeta.
Non è il novembre la stagione dei fiori. Come negarlo? Anche se la Dipladenia sfoggia ancora il suo calice rosa, il Callistemon innalza al cielo i suoi scovoli rossi e il pruno inspiegabilmente ha sparso fiori bianchi sui suoi rami nudi, come se fosse giunta primavera. Forse l'effetto serra, forse la bellezza...
Poi è giunta la neve a ripristinare l'ordine delle cose.
Poi è giunta la neve a ripristinare l'ordine delle cose.
IMMAGINE: Palazzo Farnese - Comune di Piacenza
* * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *
LA FRASE DEL GIORNO
L'inverosimile è la cosa più simile al miracolo.
UMBERTO ECO, Il pendolo di Foucault, 106
Cesare Rinaldi (Bologna, 12 dicembre 1559 – 6 febbraio 1636), poeta italiano. Anticipatore del marinismo, canta soggetti inusuali rispetto al modello cinquecentesco: anziché tematiche alte poco inerenti alla vita quotidiana, si concentra su tematiche apparentemente insignificanti praticando una sperimentazione linguistica e stilistica, in modo da riscoprire e scoprire nuove o perse figure retoriche.
Nessun commento:
Posta un commento