Il giorno di Natale è scomparso il Premio Nobel 2005 Harold Pinter. Del drammaturgo inglese, noto e premiato più per le sue virulente crociate radical-chic che per la peraltro lodevole opera nell'ambito del teatro dell'assurdo, mi è capitato di leggere in questi giorni lo stralcio di un discorso del 1962, pronunciato davanti agli studenti del Festival di Bristol:
"Esistono due tipi di silenzio. Uno quando nessuna parola è pronunciata. L'altro, quando si ricorre ad un torrente di parole. È il suo riferimento continuo. Il discorso che si ascolta è un segno di ciò che non si ascolta. È una finta necessaria, uno schermo di fumo, violento, ipocrita, angosciato o beffardo, che mantiene l'altro al suo posto. Quando il vero silenzio cade, si conservano ancora degli echi ma si è più vicini alla nudità. Un modo di vedere il discorso, è dire che costituisce uno stratagemma permanente per nascondere la nudità."
Ecco, quante persone al mondo parlano e parlano per riempire il vuoto di nulla: le loro parole sono un rumore di sottofondo, assomigliano davvero a quell'altro silenzio, l'assenza di suono ormai tanto difficile da ritrovare. Sembra che ne abbiamo addirittura paura e ci riempiamo le orecchie con la musica dell'iPod, con il vano cicaleccio dei salotti televisivi. Forse per timore di dover confrontarci con le parole che abbiamo dentro di noi...
Fotografia © AR-Eye
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LA FRASE DEL GIORNO
Farsi intendere senza parlare, con il silenzio, attraverso la magia delle cose, è un'arte.
LUIGI MALERBA, Il serpente
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