Umberto Eco
Il nome della rosa
I libri sono scrigni che contengono di tutto: possiamo trovarci anche delle ricette.
Questa, che viene nientemeno che dal "Nome della rosa" di Umberto Eco, inaugura la nuova sezione "Ricette letterarie" del Canto delle Sirene.
Il "casio in pastelletto" è cucinato dal monaco deforme e vagamente eretico Salvatore per Adso da Melk, che poi dividerà il piatto con il suo maestro Guglielmo da Baskerville.
Tradotta dal linguaggio proto-esperanto di Salvatore ("parlava tutte le lingue, e nessuna"), ecco la ricetta:
Servono:
- Formaggio tipo latteria
- Burro o strutto
- Zucchero di canna
- Cannella in polvere
Prendere del formaggio non troppo vecchio e non troppo salato e tagliarlo a fettine. Mettere sul fuoco una pentola con un po' di burro o strutto e porvi le fettine a intenerire.
Quando la cottura è quasi ultimata, spolverare con zucchero e cannella.
Servire caldo.
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LA FRASE DEL GIORNO
Il mondo ipocrita non vuol dare importanza al mangiare; ma poi non si fa festa, civile o religiosa, che non si distenda la tovaglia e non si cerchi di pappare del meglio.
PELLEGRINO ARTUSI, La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene
Umberto Eco (Alessandria, 5 gennaio 1932 – Milano, 19 febbraio 2016), saggista, scrittore, filosofo e linguista italiano. Autorevole studioso di semiotica, scienza nella quale ha visto l'icona di un sapere interdisciplinare, è anche brillante pubblicista e scrittore, autore di numerosi saggi e di alcuni romanzi di grande successo, fra i quali spicca Il nome della rosa (1980), giallo filosofico di ambientazione medievale.
2 commenti:
ed è buono?
Un po' esotico... Forse meglio mangiarsi il formaggio da solo. Ma tieni presente che è una ricetta medievale, e con il tempo i gusti sono cambiati...
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