Agosto è mese d’ozio, mese di riposo sotto l’ombrellone o al tavolino di un’osteria tra le montagne, oppure in campagna sotto un pergolato dove l’uva già matura e si assaggiano i primi acini ancora aspri. È mese di città vuote e fabbriche deserte e lascia sul suo finire, già dopo Ferragosto una sensazione da sera di domenica, un leopardiano immalinconirsi per la fine dell'estate. Le sere poi scendono prima, lasciando intravedere lontano il principio del autunno. I tramonti sono dolcissimi, lentissimi, zuccherini come quei frutti che agosto dona: i primi fichi, le prugne, i fichidindia, l’uva precoce.
Ormai l'agosto è un panico di lucciole
e la picchiante aureola del sole
è la madonna ossuta di una nicchia,
il ragazzo che accanto
zoccola alle more.
MARINA PIZZI, “L’estate di chi guarda”, Il giornale dell‘esule, 1986
D’agosto ho qui trovato
l’uva angiola, i biondi
profumati meloni;
e mi par di mangiar
il cielo, di sentire
il colore del tramonto
sciogliersi sul palato
come nella fontana.
GIORGIO VIGOLO, da “L’eremita di Roma”, Linea della vita, 1942
Agosto,
controluce e tramonti
di pesca e zucchero
e il sole dentro la sera
come il nocciolo nel frutto.
FEDERICO GARCÍA LORCA, da “Agosto”, Canzoni, 1927
Jack Vettriano, "Sweet bird of youth", studio
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LA FRASE DEL GIORNO
Il tempo in realtà non ha suddivisioni. Non vi è rumoreggiare di tuoni all'inizio del nuovo mese o del nuovo anno, ed anche a quello del nuovo secolo. Siamo soltanto noi uomini che spariamo e tuoniamo.
THOMAS MANN, La montagna incantata
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