lunedì 2 giugno 2008

Fahrenheit 451: ricordare

 

"Conosceremo una grande quantità di persone sole e dolenti, nei prossimi giorni, nei mesi e negli anni a venire. E quando ci domanderanno che cosa stiamo facendo tu potrai rispondere loro: Ricordiamo. Ecco dove alla lunga avremo vinto noi. E verrà il giorno in cui saremo in grado di ricordare una tale quantità di cose che potremo costruire la più grande scavatrice meccanica della storia e scavare, in tal modo, la più grande fossa di tutti i tempi, nella quale sotterrare la guerra".

È un brano tratto dal finale di "Fahrenheit 451" di Ray Bradbury: una società utopica che vede nei libri e nella diffusione del sapere il nemico principale, considera reato la lettura ed il possesso di volumi ed attua metodicamente la distruzione fisica delle opere attraverso immani roghi che portano alla memoria quelli della Germania nazista negli Anni Trenta. I pompieri non spengono i fuochi, ma li appiccano.
Il mondo di "Fahrenheit 451" è governato dalla televisione, che atrofizza le coscienze e le rende ignare della catastrofe bellica che vi si sta per abbattere. Il protagonista stesso, Guy Montag, è un "vigile del fuoco" e appicca gli incendi. La lettura casuale e proibitissima di una pagina apre una breccia in lui: avverte che i libri spalancano un mondo nuovo, quello della conoscenza.

Ecco allora l'importanza del ricordo, della memoria: in una società simile, che sta per essere polverizzata dalle bombe atomiche, tutto il sapere deve essere tramandato oralmente, come succedeva nei tempi remoti dell'Iliade e dell'Odissea. Rifugiato in campagna con i lettori clandestini, ormai ridotti allo stato di vagabondi e privati dei loro libri, Guy Montag accende la speranza che il sapere possa risorgere dalle ceneri di quella civiltà malata.

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Foto di scena da “Fahrenheit 451” © Universal Pictures

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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia vera e propria non è mai solo una forma più elevata (melos) del linguaggio quotidiano. Casomai è il contrario: il linguaggio quotidiano è una poesia dimenticata e quindi consunta, da cui a stento riecheggia un richiamo.
MARTIN HEIDEGGER, Il linguaggio




Ray Bradbury, all'anagrafe Raymond Douglas Bradbury (Waukegan, Illinois, 22 agosto 1920), scrittore e sceneggiatore statunitense, innovatore del genere fantascientifico, che impiegò a significare inquietudini, messaggi e "profezie" (come in Cronache marziane, 1950 e Fahrenheit 451, 1953). 


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