"La colonna rallenta e un compagno ne approfitta per slegare ed aprire il telone. Come assetati beviamo l'aria pura del mattino: poter lavarsi il viso, sciacquarsi la bocca per cacciar fuori la polvere naftosa e bere un caffè, sentire l'odore del pane appena sfornato, vedere il sorriso di una ragazza. Ma questo era una volta e non ne sapevamo il valore: ora mi sembra d'essere inutile come una borraccia vuota".
Eh sì: "non ne sapevamo il valore". Quando il nostro mondo cambia, all'improvviso o impercettibilmente giorno per giorno, arriviamo a riflettere su quei piccoli dettagli, su quelle abitudini semplici che ci sembravano diritti acquisiti, tanto da non considerarne neppure la loro rilevanza nelle nostre vite.
Mario Rigoni Stern nel novembre 1941 si trova in Albania: la traversata da Brindisi è stata particolarmente dura, il mare non era calmo e gli aerei britannici bombardavano le navi. Da Durazzo i soldati vengono portati a Tirana su camion militari. Da lì raggiungeranno Korça in aereo. Sul Pindo la Julia è già in combattimento, il Morbegno e il Tirano sono impegnati sui monti albanesi.
Durante una breve sosta Rigoni Stern, che ha vent'anni e viene dalla tranquilla Asiago, riflette sul valore delle cose: l'aria del mattino, un caffè, il pane fresco, le ragazze per le strade. Tutte cose perdute: ora c'è solo la guerra, per lui ci saranno i muli e le giberne, il rancio e il fango dell'Albania. Quelle piccole cose sono perdute e pensa quasi con rabbia a quando le aveva e non ne valutava esattamente la portata, le dava per scontate. Dice in parole moderne quello che scrisse William Shakespeare a inizio Seicento in "Molto rumore per nulla": "Non si apprezza il valore di quel che abbiamo mentre ne godiamo, ma appena lo perdiamo e ci manca, lo sopravvalutiamo e gli troviamo il pregio che il possesso rendeva invisibile, finché era nostro".
Come la libertà: spesso ci lamentiamo, ma non dobbiamo scordare che è un bene grande, costato sacrifici e privazioni. Dovremmo fare tesoro di questa frase del giurista Piero Calamandrei, che fu membro della Consulta: "Però la libertà è come l'aria; ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare".
Questo automezzo sostituì lo SPA 25C/10. In versione militare fu utilizzato in molteplici allestimenti: autoambulanza, autofficina, autobus; durante il conflitto venne impiegato in tutte le zone operative. Era dotato di un sistema di bloccaggio del differenziale e poteva trasportare una trentina di uomini. Rimase in servizio fino al 1956.
(Note sul mezzo tratte da www.esercito.difesa.it)
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LA FRASE DEL GIORNO
È noto che in Irlanda un uomo disse che l'attenzione di Dio, che mai dorme, raccoglie eternamente ogni sogno, ogni vuoto giardino e ogni lacrima. Continua il dubbio e la penombra cresce. Se sapessi che è stato di quel sogno che sognai, o che sogno aver sognato, saprei tutte le cose.
JORGE LUIS BORGES, La cifra
Mario Rigoni Stern (Asiago, 1º novembre 1921 – 16 giugno 2008), scrittore italiano. I suoi testi, di cui il più noto è il romanzo Il sergente nella neve, piccola Anabasi di un gruppo di alpini italiani sul fronte del Don, nel secondo conflitto mondiale, hanno doti di freschezza e d'immediatezza lirica decantata in coscienza morale.
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