lunedì 9 settembre 2019

Scrivere sui tovaglioli


ALFONSO BREZMES

SONO TORNATO ALLA VECCHIA ABITUDINE

Sono tornato alla vecchia abitudine
di scrivere sui tovaglioli:
è troppo fredda la tastiera
e sono troppo diritti i quaderni-
In fin dei conti tutti sanno
che i caffè sono stati inventati
perché sopravvivessero i poeti,
e i poeti perché sopravvivessero i caffè.

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Il poeta spagnolo Alfonso Brezmes ha una visione romantica della poesia: scritta su tovaglioli di carta – come i famosi foglietti che Giuseppe Ungaretti raccoglieva nel suo tascapane di guerra, o come le sessioni di scrittura di Ernest Hemingway alla Closerie des Lilas di Parigi con davanti una risma di fogli bianchi, matite ben temperate e un bicchiere di cognac allungato con acqua. Ma sono tempi tecnologici, anzi informatici, e ormai è più semplice e comodo servirsi della tastiera di un computer o di quella virtuale di un iPad per scrivere poesia…

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FOTOGRAFIA © @MARKHEYBO/FLICKR

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LA FRASE DEL GIORNO
Dopo aver scritto un racconto ero sempre vuoto e triste e felice insieme, come se avessi fatto l'amore.
ERNEST HEMINGWAY, Festa mobile




Alfonso Brezmes (Madrid, 1966), poeta spagnolo, fotografo e funzionario statale. La sua poesia è al tempo stesso colta e popolare, tanto da farlo apprezzare sia da critici e lettori tradizionali sia da un più largo pubblico. Il suo immaginario si nutre di riferimenti letterari (Baudelaire, Rilke…) ma anche di cinema e di cultura pop.


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