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martedì 5 agosto 2025

Quarant’anni


EUGENIO MONTALE

QUARTETTO

In una istantanea ingiallita
di quarant'anni fa
ripescata dal fondo di un cassetto
il tuo volto severo nella sua dolcezza
e il tuo servo d'accanto; e dietro Sbarbaro
briologo e poeta - ed Elena Vivante
signora di noi tutti: qui giunti per vedere
quattro ronzini frustati a sangue
in una piazza-conchiglia
davanti ad una folla inferocita.
E il tempo? Quarant'anni ho detto e forse zero.
Non credo al tempo, al big bang, a nulla
che misuri gli eventi in un prima e in un dopo.
Suppongo che a qualcuno, a qualcosa convenga
l'attributo di essente. In quel giorno eri tu.
Ma per quanto, ma come? Ed ecco che rispunta
la nozione esecrabile del tempo.

(da Altri versi, Einaudi, 1980)

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"La nozione esecrabile del tempo" dice Eugenio Montale riguardando una fotografia di quarant'anni prima. È del 1938 e fu scattata al Palio di Siena, come testimonia lo stesso poeta in una seconda poesia: "Si era con pochi amici / nel Dopopalio / e ci fermammo per scattare / le foto d'uso. / Ne ho ancora una, giallo sudicia, / quasi in pezzi, / ma c'è il tuo volto incredibile, / meraviglioso". È naturalmente il volto di Clizia, la musa Irma Brandeis, in gita con lo stesso Montale – “il tuo servo” - e l'amico poeta Camillo Sbarbaro con la moglie Elena Vivante. La nostalgia si tramuta subito in disincanto e l'io solitario prende il sopravvento trasformando il ricordo in metafisica meditazione sul tempo e sulla sua misura.

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IMMAGINE CREATA CON IA

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  LA FRASE DEL GIORNO   

Ahimè, / la mia testa è confusa, molte figure / vi si addizionano, / ne formano una sola che discerno / a malapena nel mio crepuscolo.
EUGENIO MONTALE, Altri versi

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Eugenio Montale (Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981), poeta e scrittore italiano, Gli fu conferito il Premio Nobel per la Letteratura nel 1975 “per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni”, ovvero la “teologia negativa” in cui il "male di vivere"  si esprime attraverso la corrosione dell'Io lirico tradizionale e del suo linguaggio.


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