EUGÉNIO DE ANDRADE
TEORIA DEL VERSO
Carponi non c’è poesia;
non c’è verso
per quanto rasoterra
che non aspiri all’alto: stella
o faro che illumina l’essere
della parola.
Così il rospo:
nel lento e innocente
e smisurato sguardo del rospo
le acque sono di vetro.
(da Ufficio di Pazienza, Edizioni del Bradipo, 1997 - Traduzione di Carlo Vittorio Cattaneo)
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Cos'è che ci colpisce di più in una poesia? È quella sua essenza, quel "quid" che la rende superiore, che la innalza dalla prosaicità, quell'intuizione, quella luce che la attraversa e la eleva, quel “faro che illumina l'essere” come nota il poeta portoghese Eugénio de Andrade.
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FOTOGRAFIA © LAURA SEAMAN/UNSPLASH
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LA FRASE DEL GIORNO
Su un piatto della bilancia, un verso basta / a pesare la mia vita sull'altro.
EUGÉNIO DE ANDRADE, Ufficio di Pazienza
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Eugénio de Andrade, pseudonimo di José Fontinhas Rato (Póvoa do Atalaia, 19 gennaio 1923 – Porto, 13 giugno 2005), poeta e scrittore portoghese, tradusse García Lorca, Borges, Saffo e Ritsos. Della sua opera José Saramago disse che è una "poesia del corpo cui si arriva attraverso una depurazione continua”.

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