VINCENZO CARDARELLI
DISTACCO
Io ti sento tacere da lontano.
Odo nel mio silenzio il tuo silenzio.
Di giorno in giorno assisto
all’opera che il tempo,
complice mio solerte, va compiendo.
E già quello che ieri era presente
divien passato e quel che ci pareva
incredibile accade.
Io e te ci separiamo.
Tu che fosti per me più che una sposa!
Tu che volevi entrare
nella mia vita, impavida,
come in inferno un angelo
e ne fosti scacciata.
Ora che t’ho lasciata,
la vita mi rimane
quale un’indegna, un’inutile soma,
da non poterne avere più alcun bene.
(da Poesie, 1942)
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Il distacco, la fine di un amore, è un'esperienza con cui molti si trovano a dover fare i conti. È un legame che si spezza, un'appartenenza che viene meno e che lascia strascichi: dolore, rimpianto, perdita, spaesamento. Lo sa bene il poeta Vincenzo Cardarelli che, sconsolato, scrive: "Ora sì, posso dire / che m'appartieni / e qualche cosa fra di noi è accaduto / irrevocabilmente. / Tutto finì, così rapido! / Precipitoso e lieve / il tempo ci raggiunse. / Di fuggevoli istanti ordì una storia / ben chiusa e triste. / Dovevamo saperlo che l'amore / brucia la vita e fa volare il tempo".
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IMMAGINE CREATA CON IA
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LA FRASE DEL GIORNO
La tua assenza che tumultuava, / nel vuoto che hai lasciato, / come una stella.
VINCENZO CARDARELLI, Poesie
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Vincenzo Cardarelli, nato Nazareno Caldarelli (Corneto Tarquinia, 1º maggio 1887 – Roma, 18 giugno 1959), poeta, scrittore e giornalista italiano. Sorta dall’Avanguardia degli Anni Dieci, la sua poetica rivela influssi dell’espressionismo linguistico e del frammentismo, ad esprimere temi come lo sradicamento, il viaggio, l'adolescenza, la perdita di identità.

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