BARTOLO CATTAFI
ISOLE
Vengono le tue isole
affiorano a poco a poco
o di colpo risplendono
l’affilato profilo
l’arcipelago
le tue terre al sole e alla nebbia
fondate sul nulla
timorose d’un soffio
con quanta vita alle spalle
che mare navigato.
(da L'osso, l'anima, 1964)
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Le isole vagheggiate, le isole sognate nei lunghi anni trascorsi in giro per l'Europa: le Eolie che il poeta siciliano Bartolo Cattafi vedeva nel suo avvicinamento alla natia Barcellona Pozzo di Gotto. "Ma", come ricorda lui stesso "vi è anche un altro tipo di isole lontane, la cui lontananza non è misurabile con l’apertura del compasso (...) Una lontananza di natura non tanto geografica, quanto astratta, psicologica. Un isolamento non dovuto soltanto al mare, ma alla solitudine, all’abbandono, all’oblio in cui codeste isole vengono lasciate e in cui talvolta gli isolani stessi si stendono e si dondolano, come un’amaca, sognando ad occhi aperti benefici cambiamenti futuri".
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FOTOGRAFIA © TOMMASO PUGLIESE/PIXABAY
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LA FRASE DEL GIORNO
Comunque ero caduto in tentazione. / Era questo lo scopo delle isole.
BARTOLO CATTAFI, L'osso, l'anima
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Bartolo Cattafi (Barcellona Pozzo di Gotto, 6 luglio 1922 – Milano, 13 marzo 1979), poeta italiano. La sua poesia spazia sui dilemmi esistenziali con sensibilità di diarista, spesso con uno sguardo metafisico dove sono protagonisti il vuoto e la solitudine. Nei suoi versi il tema del viaggio è una costante metafora del vivere.

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