venerdì 24 maggio 2019

Nei tuoi occhi


NIKIFÒROS VRETTÀKOS

GLI OCCHI DI MARGHERITA


Nei tuoi occhi ho trovato i libri che non ho scritto:
pianure, città, boschi, orizzonti, canali.
Le montagne imperiali della terra ho trovato,
coi tramonti e le nuvole purpuree. I grandi viaggi
che non ho fatto li ho trovati nei tuoi occhi.

Nei tuoi occhi ho trovato gli amici sorridenti
che mi rubò la terra, l’erba, la neve, il buio.
Le frasi che mi direbbero, le ho trovate nei tuoi occhi.

Le croci non confitte in terra a battaglia finita,
lunghe file di anonime croci, da ogni parte,
croci di tutti i popoli, le ho trovate nei tuoi occhi.

Nei tuoi occhi ho trovato la fine della guerra.
Sole e uccelli sui rami! Il mio mondo infantile
coi suoi disegni d’oro l’ho trovato nei tuoi occhi.

Ho trovato le tristi colline della patria
che si ergevano mute quasi udissero la mia voce.
Arrivo! Al mio urlo «Arrivo», il fremito leggero
degli umili corbezzoli, l’ho trovato nei tuoi occhi.

Nei tuoi occhi ho trovato le notti che scorrevano
immensi fiumi di silenzio, come al tempo dei miei sei anni.
La luce astrale della pena l’ho trovata nei tuoi occhi.

Nei tuoi occhi ho trovato la gente che mi ricordava
e il mondo dell’infanzia che mi chiamava a nome.
La tenda della giustizia, la bontà che faceva cenno
ai monti di accostarsi, l’ho trovata nei tuoi occhi.

Ho trovato l’eternità del sole rinnovata.
L’erba, le stelle, l’alba. Mia madre vestita di bianco
come la Pace, l’ho trovata nei tuoi occhi.

Fosse tutto più semplice quaggiù, come il «buongiorno»
e la «buonanotte», o la luce all’alba sopra i vetri,
fosse tutto più semplice quaggiù, noi in questo mondo
avremmo una casa infinita. Saremmo angeli.
Il mio lamento eterno l’ho trovato nei tuoi occhi.


(da Il libro di Margherita, 1949 - Traduzione di Filippomaria Pontani)

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Nikifòros Vrettàkos vive nel ventennio tra il 1940 e il 1960 la disillusione provocata dal crollo degli ideali. Reagisce ritornando con nostalgia al passato, ad un tempo in cui viveva a Plumitsa: nel viaggio compiuto a ritroso il villaggio è visto come un’Arcadia, un paradiso terrestre all’ombra del Taigeto. Nelle poesie di questi anni spiccano l’ottimismo e la leggerezza, brillano il sole, la luce, l’amore. Margherita è l’incarnazione di questa terra natia vissuta nell’infanzia e nella giovinezza, è la personificazione della bellezza, dell’innocenza e dell’erotismo, è un faro che diffonde amore.

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ILLUSTRAZIONE DI THOMAS SALIOT
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LA FRASE DEL GIORNO
Mentre adesso guardando / tra la trasparenza del mondo / - tramite Te - le cose si avvicinano, / diventano più chiare, diventano trasparenti./ Adesso sono capace di esprimere / la sua armonia con una poesia.
NIKIFÒROS VRETTÀKOS




Nikifòros Vrettàkos (Krokeès, 1° gennaio 1912 – Plumitsa, 4 agosto 1991), scrittore e poeta greco. Partito per Atene alla scoperta del mondo, ne fu deluso. Prese parte in prima linea alla Seconda guerra mondiale e alla resistenza. Espulso dal Partito Comunista per il suo umanesimo di pace, visse in esilio la dittatura dei colonnelli. Tra le sue opere: Le smorfie dell’uomo, 1940, L’abisso del mondo, 1961, Itinerario, 1972, Protesta, 1974, Eliotropio pomeridiano, 1977, La filosofia dei fiori, 1988.


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