martedì 7 maggio 2019

Centenario di Boris Sluckij


Boris Sluckij nacque a Slavjansk, in Ucraina, il 7 maggio del 1919. Di famiglia ebrea, fu poeta sovietico, ma in bilico tra l’adesione mai entusiastica all’ufficialità dell’URSS e una visione critica di essa, soprattutto lontana dalla retorica del periodo staliniano, e per questo apprezzato da Iosif Brodskij, che fu suo amico. Dopo una formazione giuridica e letteraria, si arruolò con l‘armata russa allo scoppio della guerra, restando anche ferito. La Seconda guerra mondiale non può che essere dunque il suo tema prediletto, trattato con stile prosastico e disadorno. Con il passare del tempo, le sue riflessioni si fanno più private, indagano sullo scorrere del tempo e sulla vita, fino agli ultimi versi, dedicati alla moglie morta.

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IL POETA

Molto sconnesso.
Molto smemorato.
China cupo la testa sgraziata,
si offende e ammutolisce
e, come pane secco, si imbibisce
del tè dei suoi pensieri poco allegri.

Silente, meditante, mesto, triste,
fiacco nelle amicizie,
a socializzare – ostico.
Ogni suono gli fuoriesce di gola
con una sorta di scrocchio.

Qualcosa vezzeggia e accumula.
Una scintilla, dentro, gli balugina.
Se si accalora, incattivisce.
Tra un poco dice.
Tra un po’ dirà quella certa parola
che, trasportando da maligna ispirazione,
lettera per lettera ha assemblato.

Su ogni cosa, appunto, ha risparmiato
per fare uscire una parola novella.
Eccola avvitata o coltivata – e con quella
egli qualcosa ha illuminato, espresso.
Diventerà più buono, adesso.

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PRIMA NEVE

Mi leverò al mattino
tra il ridere pacato dei cristalli
di neve. Cadi, cadi, allegra, buona
Prima neve,
tu sei la prima, sei la prima neve.
I bambini nati in primavera
e gli uccelli non ti conoscevano.
Anch'io sono stupito dal biancore
anch'io stupisco di quest'aria nuova:
nella vecchia città palpita adesso
un che di fresco, come di boschivo.


(da Il sesto cielo e altre poesie, Passigli, 2013 - Traduzione di Alessandro Niero)

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LA FRASE DEL GIORNO
Finché piangono sulle poesie, / finché le denigrano sui giornali, / finché le nascondono in un cassetto lontano, / finché sono destinate ai lager – / fino a quel momento non si è impoverita, / non ha smesso di risuonare la nostra causa.
BORIS SLUCKIJ




Boris Abramovič Sluckij (Slavjansk, Ucraina, 7 maggio 1919 - Tula, 23 febbraio 1986). Poeta russo, studiò a Char’kov e a Mosca. Ebbe formazione giuridica e letteraria. Allo scoppio della guerra contro i nazisti, partì volontario per il fronte, dove fu ferito. Ricoprì l’incarico di commissario politico e fu anche corrispondente per i giornali. La sua è una poesia fortemente prosastica, vicina al linguaggio parlato.


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