FINA GARCÍA MARRUZ
UN’IMPROVVISA VEEMENZA
(CANZONE DI “LUCI DELLA RIBALTA”)
Come irrompono
precipitose, senza misura,
le ragioni di un uomo timido,
dapprima si assiepano queste quattro o cinque note,
si contraggono per un istante incommensurabile,
e poi si acquietano, convincenti
come una dichiarazione d’amore
che va mutandosi in un bizzarro addio.
Invano provano
a copiare questo tono i musicisti abitudinari.
Ripetono le stesse note
ma entrano in un ritmo lento e regolare
che le rende banali, diluite,
senza quei silenzi esitanti,
senza quei tagli bruschi, quegli
adorabili incoraggiamenti
da vecchio mimo che ricorda
l’emozione del sipario che si apre,
come chi esce
da un lungo silenzio e, eccitato
dall’amicizia della neve tardiva
con la prima foglia verde,
si decide, e comincia infine a parlare,
con improvvisa veemenza.
(da Créditos de Charlot, 1990)
.
Un altro omaggio della poetessa cubana Fina García Marruz al cinema di Charlie Chaplin, in questo caso a Luci della ribalta, capolavoro del 1952: è l’irruzione dell’amore nel cuore di un uomo timido – Calvero, il clown ora ridotto ad alcolista che ritrova se stesso nell’incoraggiare una giovane ballerina, Terry, a recuperare la coscienza dei suoi mezzi. La scena che Fina García Marruz trasforma in poesia è quella in cui Calvero cerca di convincere Terry, innamorata di lui, che l’uomo giusto per lei è piuttosto Neville, un giovane pianista premuroso e pieno di attenzioni.
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UNA SCENA DA “LUCI DELLA RIBALTA”
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LA FRASE DEL GIORNO
CINEMA MUTO: Non è che gli manchi / il sonoro, // è che ha / il silenzio.
FINA GARCÍA MARRUZ, Créditos de Charlot
Josefina García-Marruz Badía, nota artisticamente come Fina García Marruz (L’Avana, 28 aprile 1923), poetessa e ricercatrice letteraria cubana, è stata insignita del Premio Nazionale di Letteratura 1990, del Pablo Neruda 2007 e del Reina Sofia 2011. Con il marito Cintio Vitier prese parte al gruppo letterario della rivista Orígenes.
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