Certo, come scrisse Juan Ramón Jiménez in epigrafe alla sua opera Eternità, “Amore e poesia ogni giorno”. Ma con i tempi che corrono è già tanto che si celebri la Giornata Mondiale della Poesia 2018, voluta dall’UNESCO a partire dal 1999 “riconoscendo all’espressione poetica un ruolo privilegiato nella promozione del dialogo e della comprensione interculturali, della diversità linguistica e culturale, della comunicazione e della pace”. E celebriamola quindi con due testi sulla poesia dei poeti polacchi Zbigniew Herbert e Wisława Szymborska, Premio Nobel 1996.
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ZBIGNIEW HERBERT
LETTERA A RYSZARD KRYNICKI
Ben poco rimarrà Ryszard ben poco davvero
della poesia di questo secolo folle sì Rilke Eliot
qualche altro insigne sciamano che seppe il segreto
di incantare parole d'una forma refrattaria al tempo senza cui
non c'è frase degna di memoria e la lingua è come sabbia
i nostri quaderni di scuola sinceramente tormentati
segnati da sudore lacrime sangue saranno
per l'eterna correttrice come il testo d'una canzone privo di note
nobilmente reale fin troppo evidente
con fretta eccessiva abbiamo creduto che la bellezza non salvi
che conduca sventati di sogno in sogno alla morte
nessuno di noi ha saputo destare la driade del pioppo
leggere la grafia delle nuvole
perciò l'unicorno non seguirà le nostre orme
non risusciteremo la nave nella baia il pavone la rosa
c'è rimasta la nudità e stiamo nudi in piedi
dal lato destro il migliore del trittico
Il Giudizio Universale
ci siamo coricati sulle magre spalle i problemi pubblici
la lotta contro tirannia menzogna le trascrizioni della sofferenza
con avversari però - ammettilo - miserabilmente meschini
valeva dunque la pena di abbassare la sacra lingua
al bla-bla della tribuna alla nera schiuma dei giornali?
c'è così poca gioia - figlia degli dèi - nei nostri versi Ryszard
troppo pochi luminosi crepuscoli specchi ghirlande slanci
null'altro che cupe salmodie balbettio di animule
urne di ceneri in un giardino arso
quanta forza occorre per sussurrare
nell'orto degli ulivi malgrado la sorte
verdetti della storia iniquità umana - tacita notte
quanta forza occorre per far sprizzare
battendo alla cieca disperazione contro disperazione
una scintilla di luce una parola di conciliazione
perché eterno duri il cerchio del ballo sull'erba folta
il giorno benedetto della nascita d'un bimbo e ogni inizio
i doni dell'aria della terra e del fuoco e dell'acqua
io non lo so - Amico mio - perciò
ti mando nella notte questi enigmi di civetta
un cordiale abbraccio
l'inchino della mia ombra
(da Rapporto dalla città assediata, 1983 – Traduzione di Pietro Marchesani)
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WISŁAWA SZYMBORSKA
LA GIOIA DI SCRIVERE
Dove corre questa cerva scritta in un bosco scritto?
Ad abbeverarsi ad un'acqua scritta
che riflette il suo musetto come carta carbone?
Perché alza la testa, sente forse qualcosa?
Poggiata su esili zampe prese in prestito dalla verità,
da sotto le mie dita rizza le orecchie.
Silenzio - anche questa parola fruscia sulla carta
e scosta i rami generati dalla parola "bosco".
Sopra il foglio bianco si preparano al balzo
lettere che possono mettersi male,
un assedio di frasi
che non lasceranno scampo.
In una goccia d'inchiostro c'è una buona scorta
di cacciatori con l'occhio al mirino,
pronti a correr giù per la ripida penna,
a circondare la cerva, a puntare.
Dimenticano che la vita non è qui.
Altre leggi, nero su bianco, vigono qui.
Un batter d'occhio durerà quanto dico io,
si lascerà dividere in piccole eternità
piene di pallottole fermate in volo.
Non una cosa avverrà qui se non voglio.
Senza il mio assenso non cadrà foglia,
né si piegherà stelo sotto il punto del piccolo zoccolo.
C'è dunque un mondo
di cui reggo le sorti indipendenti?
Un tempo che lego con catene di segni?
Un esistere a mio comando incessante?
La gioia di scrivere
Il potere di perpetuare.
La vendetta d'una mano mortale.
(da Uno spasso, 1967 – Traduzione di Pietro Marchesani)
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LA FRASE DEL GIORNO
I poeti, se sono genuini, devono continuare a ripetere “Non so". Ogni poesia è un tentativo di rispondere a questa affermazione.
WISŁAWA SZYMBORSKA, Lettura per il Nobel
Zbigniew Herbert (Leopoli, Ucraina, 29 ottobre 1924 – Varsavia, 28 giugno 1998), poeta, saggista e drammaturgo polacco. Discendente del poeta inglese George Herbert, durante la Seconda guerra mondiale prese parte alla Resistenza contro i nazisti. Esordì nel 1950 e la sua opera più nota è Il signor Cogito. Esule a Parigi dal 1986 al 1992 , tornò in Polonia dopo il trionfo di Solidarność.
Wisława Szymborska (Kórnik, 2 luglio 1923 – Cracovia, 1º febbraio 2012), poetessa e saggista polacca, insignita del Premio Nobel per la Letteratura nel 1996 “per una poesia che, con ironica precisione, permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti d'umana realtà”.
1 commento:
Wislawa ha un tale genio d'espressione che par anche a noi semplice il complicato esistere
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