PAUL ÉLUARD
BISOGNA PROPRIO CREDERCI
I giochi di questi bambini curiosi che sono i nostri
Giochi semplici che incantano i loro occhi
Pieni di una febbre che li avvicina e li allontana
Dal mondo in cui sogniamo di far posto agli altri
I giochi di nuvole e d’azzurro
Di cortesie e di scorribande alla stregua di un cuore futuro
Che non avrà mai colpe
Gli occhi di questi fanciulli che sono i nostri occhi di un tempo
Avremmo incanti quanti mai ne ebbero le fate.
(da Ultime poesie d’amore, 1965)
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L’amore profondo ma leggero, semplice come un gioco di bambini, quel sentimento che in fondo è l’amore universale: è quello che risalta in tutto il corpus poetico di Paul Éluard (1895-1952): “E’ vero, mi sento al centro del mondo / quando sono dentro il tuo abbraccio, / per questo ho paura di inciampare un giorno nella tua assenza. / (…) / Nel presente, / quando ci teniamo per mano, / quella casa che non abbiamo / è ovunque, / è il mondo”.
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MARC CHAGALL, “SOPRA LA CITTÀ”, 1918 - MOSCA, GALLERIA TRETYAKOV
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LA FRASE DEL GIORNO
Sai, tu sei sogno e donna e tenerti stretta a me significa condividere il vento e i fiori e gli oceani e i monti e i giorni e le notti.
PAUL ÉLUARD, Ultime poesie d’amore
Paul Éluard, pseudonimo di Eugène Émile Paul Grindel (Saint-Denis, 14 dicembre 1895 – Charenton-le-Pont, 18 novembre 1952), poeta francese, è stato tra i maggiori esponenti del movimento surrealista. La sua poesia evolve da tematiche individualiste, di lirismo amoroso, a contenuti di forte ispirazione sociale.
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