Il poeta spagnolo Ricardo Molina nasceva il 28 dicembre 1917 a Puente Genil, comune all’estremo della provincia di Córdoba. Morì nel capoluogo a soli 51 anni. La sua opera, espressa con il rispetto della parola e della struttura poetica, è caratterizzata da un’interiorizzazione della natura, vista come fonte di salvezza dalla tristezza e dalla vanità, da un forte legame con la sua terra, l’Andalusia, e da una sensualità omoerotica, comune al gruppo della rivista Cántico, di cui fu fondatore.
.
.
AMAMI SOLO COME AMERESTI IL VENTO
Amami solo come ameresti il vento
quando passa sospirando alle nuvole;
Amami solo come ameresti il vento
che nulla sa dell’anima delle rose,
né degli essere immobili del mondo,
come il vento che passa tra il cielo e la terra
parlando della sua vita con voce che fugge;
amami come il vento estraneo all’esistenza
tranquilla che si apre nei fiori,
estraneo alla terrena
fedeltà delle cose immobili,
come il vento la cui essenza è andare senza scopo,
come il vento in cui gioia e tristezza si confondono,
amami come il vento tremulo e ramingo.
.
.
NON HANNO MAI SAPUTO
Non hanno mai saputo
che ci amammo,
e la fontana che piange
solitaria nell’ombra
non ha mai visto riflettersi la nostra gioia
nella calma dolcezza delle sue onde.
Il corridoio sogna con i vecchi ritratti
nelle cornici dorate, con i paesaggi
di caccia invernali,
dove un dolce cervo bramisce perché un cane
conficca furiosamente le zanne
nei suoi lombi schiumanti,
ma il corridoio che dorme dal tempo
di quelle cacce nella Sierra
non ha mai saputo che ci amammo.
La sala da pranzo si illumina con i rami
della vite che scala i balconi.
Si profuma in un alito di fruttiere piene
di fragole, di mele e di pere,
e l’antica credenza di mogano si erge
nella severità di cent’anni fa,
ma non ha mai saputo, avvolta nella nebbia autunnale,
che ci amammo.
Salivamo ridendo la scala
fino alla bianca colombaia.
Il cortile allora ci sembrava qualcosa di triste.
I raggi tra i vaghi caprifogli
si sarebbero detti uno sciame di api irritate.
L’odore dell’inverno persisteva
nei corridoi abbandonati.
L’ombra delle foglie si muoveva sui mobili
coperti della grande sala solitaria.
Sotto quel cielo azzurro di primavera,
in quella colombaia completamente bianca,
soli, tra il frullare e il tubare delle colombe,
nudi e distesi al sole noi ci amammo.
.
.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------
LA FRASE DEL GIORNO
L’arte è prima di tutto arte, incanto, sensibile piacere, splendore.
RICARDO MOLINA, Cántico, n. 6, Agosto-Settembre 1948
Ricardo Antonio de San Francisco de Sales Molina Tenor (Puente Genil, Córdoba, 28 dicembre 1916 - Córdoba, 23 gennaio 1968), poeta spagnolo, fu uno dei fondatori del gruppo della rivista Cántico. Fu anche uno dei massimi esperti di flamenco, con lo pseudonimo di Eugenio Solís.
Nessun commento:
Posta un commento