lunedì 10 gennaio 2022

Centenario di Juan Antonio Villacañas


Il 10 gennaio 1922 nasceva a Toledo il poeta Juan Antonio Villacañas. Autore di trentatré raccolte e di numerosi saggi su Gustavo Adolfo Bécquer e sulla poesia spagnola, è conosciuto per aver dato nuovo vigore a partire dagli Anni Settanta alla “lira” un componimento secentesco usato da Garcilaso de la Vega e da Bernardo Tasso: una strofa di cinque versi - tre ettasillabi e due endecasillabi (il secondo e il quinto) – in cui il primo verso rima con il terzo e il secondo con il quarto e il quinto. Una nota su La fiamma: è una poesia dedicata all’ultimo tedoforo olimpico di Tokyo 1964, Yoshinori Sakai, nato a Hiroshima il giorno dello scoppio della bomba atomica, il 6 agosto 1945, una scelta di rinascita.

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FOTOGRAFIA © PALENTINOS (LICENZA CC 4.0, RITAGLIATA)

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LA FIAMMA

Ha già acceso la fiamma nella parola
d’oro del sorriso giapponese.
L'universo la stava aspettando vergine
dopo le maledette radici delle ore
fissate negli occhi dell'uomo di Hiroshima.
In loro riscaldiamo la pace delle nostre mani,
risplende la bellezza nel muscolo, e canta,
come resurrezione, il senso nell'uomo.
Scorra per te questo fiume, atleta che sei nato
quando volevano solo ardentemente distruggerti.
Poi ti ho visto sorgere da terra, alzarti,
con la nostra fiamma verticale, in volo,
come una nuova ascensione immacolata,
fino alla vetta del perdono, che ardeva,
Yoshinori Sakai, toccato dalla tua mano.
Sei la giovinezza coperta che rinasce,
che germoglia con te. Tu Fenice.

(da Fiamma tra i ciliegi, 1965)

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LA GORGONE MI ABBRACCIA

Teti: Questo colpo di grazia che danno al poeta
punge la parola.
Lo lasceranno, già morto, già tranquillo?
Questo colpo di grazia sparato dall'impunità
è fare della storia una nuova disgrazia.
È impedire alla parola di parlare,
togliere ragione alla verità.
È un lungo sterminio della vita che canta,
anche se restano il calore degli uccelli
e il gusto della loro musica nell'aria
e tutto nell'eco.

Teti, amandoci, come eravamo tranquilli in te,
con te e nella tua grazia. E ora lo sparo
di pistola politica travestita da Euriale,
la maliziosa Gorgone,
perché Medusa è debole e Perseo la sconfigge.
Ecco perché dico all'eroe di non cantare per me
perché il mortale fugge e fugge e se ne va
e ti distrugge da lontano,
ed è molto bravo a sfruttare le ombre.
C'è solo una possibilità, che l'eroe venga e pianga.
Chissà che le sue lacrime liberate un giorno risuscitino
quel poeta morto,
che renderà mari il suo pianto
e un Argo le sue canzoni,
tutte insieme, come fossero una.
E di nuovo navigare, Teti.
Guidaci sempre tu, mia nereide:
ho già il vello…

(da Argomento della mia biografia, 2000)

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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia è dentro il Tutto e il Nulla contemporaneamente. O talvolta è un’altra cosa a cui nessun poeta è in grado di giungere. Perché può anche essere fuori dalle due massime astrazioni citate.
JUAN ANTONIO VILLACAÑAS,  La Voz del Tajo, 11 gennaio 1984




Juan Antonio Villacañas (Toledo, 10 gennaio 1922 – 21 agosto 2001), poeta, saggista e critico letterario spagnolo. La sua opera poetica è di trentatré raccolte, nelle quali si incontrano i più diversi temi e forme, che vanno dal verso libero al sonetto, alla “lira”secentesca, che assume nuove forme e contenuto.


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