SANDRO PENNA
ERO SOLO E SEDUTO
Ero solo e seduto. La mia storia
appoggiavo a una chiesa senza nome.
Qualche figura entrò senza rumore,
senz'ombra sotto il cielo del meriggio.
Nude campane che la vostra storia
non raccontate mai con precisione.
In me si fabbricò tutto il meriggio
interno a una storia senza nome.
(da Poesie, Garzanti, 1973)
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È uno struggimento che continua a lavorare sotto traccia quello di Sandra Penna, un desiderio ardente che freme e si contiene senza mai traboccare, riversandosi nella solitudine di anonimo osservatore di un’anonima vita: “Nubi leggere ad una ad una il cuore / gremirono di segni senza nome”.
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EDWARD HOPPER, "DOMENICA"
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LA FRASE DEL GIORNO
Ma il mio canto d’amore, il mio più vero, / era per gli altri una canzone ignota.
SANDRO PENNA, Poesie
Sandro Penna (Perugia, 12 giugno 1906 – Roma, 21 gennaio 1977), poeta italiano. Con toni epigrammatici, le sue poesie esprimono spesso un’intenso desiderio sensoriale di vita talora malinconico e cantano l’amore omosessuale (“Poeta esclusivo d’amore”, si definì egli stesso).
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