giovedì 27 gennaio 2022

Dopo il film su Anna Frank


SIMONE CONSORTI

COME SI SCRIVE “AUSCHWITZ”

Dopo il film su Anna Frank i ragazzi
mi chiedono come si scrive “Auschwitz”
un’unica domanda
asettica e ortografica
che non mi crea imbarazzi
Non mi domandano
quante persone
stipavano in ogni vagone
se l’odio nasce dalla testa o dal cuore
o perché ti scambiavano il nome
con un numero di targa
come se fossi un fuoristrada

In ogni caso ad Auschwitz ci sono stato
All’entrata c’era un chiosco
dove vendevano wurstel
e la mia domanda
quella che a me sorgeva spontanea
era come si fa
ad addentare carne
in un posto così
Intanto dentro
la gente scattava foto a mitraglia
alcuni addirittura in posa
e uno perfino abbozzando un sorriso

Guardo i ragazzi
che hanno visto il film
e che nonostante le immagini
di cenere e sangue
non hanno proprio altre domande
A come Ancona gli dico
U come Udine
S come Savona
C come Como
H come hotel
W come Washington
I come Imola
T come Torino
Z come Zorro

(da Nell’antro del misantropo, 2014)

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La testimonianza della storia è necessaria – resta sempre in sottofondo la celebre frase di George Santayana, “Coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo”. Risulta ancora di più vero per l’Olocausto, per questa Giornata della Memoria che rievoca alle generazioni nate dopo la guerra quello di cui non furono testimoni. Più passa il tempo, più lontani appaiono quei tempi nonostante intridano ancora profondamente il mondo. E ne sono prova le parole con cui un insegnante, il poeta Simone Consorti, racconta la sua esperienza con gli studenti e con i “turisti” ad Auschwitz.

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FOTOGRAFIA © EVENING CHRONICLE

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LA FRASE DEL GIORNO
La strada per Auschwitz è stata costruita dall'odio, ma lastricata dall’indifferenza.
IAN KERSHAW, Opinione popolare e dissenso politico nel Terzo Reich




Simone Consorti (Roma, 1973). Insegnante di liceo, ha esordito con L’uomo che scrive sull’acqua “aiuto” (1999). Oltre ai romanzi e alla pièce Berlino kaputt mundi, tra numerose raccolte poetiche spiccano Nell’antro del misantropo (2014) e Le ore del terrore (2018). Si occupa di street photography tenendo mostre personali in Italia e partecipando a collettive in Russia.


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