lunedì 3 gennaio 2022

Poesie per gennaio VIII


Gennaio, che prende il nome da Giano (Ianus), il dio romano dai due volti in grado di guardare il passato e il futuro contemporaneamente, è la porta (latino ianua) dell’anno: è tempo di passaggio e di mutamento, portando con sé il nuovo anno, cui dà principio. Anche la terra sembra ricominciare, torna daccapo con la sua veste stagionale, come nota Arturo Graf. Quel mondo tutto nuovo, ricoperto dal biancore della neve, più luminoso dopo il solstizio, ha un’intima atmosfera che coglie anche Rainer Maria Rilke.

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FOTOGRAFIA © PXHERE

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ARTURO GRAF

FLORA NIVALIS

Bianco di neve, lucido di gelo,
Grandeggia il bosco in cupo sonno immerso:
Scintillante di stelle, algido, terso,
Traspar fra i rami irrigiditi il cielo.

E la crescente luna di gennajo,
Che nel sommo del ciel splende falcata,
Sembra una squamma d’oro intarsïata
In uno specchio di brunito acciajo.

Trema per l’alta notte e pei divini
Soporati silenzii a quando a quando
Teneramente doloroso e blando
Un gorgheggio di flauti e di clarini.

Chi è costei che così sola e franca
Per la foresta, in mezzo all’ombre, incede,
E segna appena con lo scarso piede
In suo cammin la intatta neve e bianca?

Chi è costei che in verde gonna, cinta
L’aureo capo di sì pia corona,
Raggia da tutta la gentil persona
Il dolce lume onde l’aurora è tinta?

Di quanti fior la primavera i piani
Allieta e i clivi ed ogni erboso lembo,
Tu fiorite hai le trecce e pieno il grembo,
E piene, o cara, ambe le bianche mani.

O donzelletta, cui benigno elesse
A così nova meraviglia il cielo,
Stringe ogni gleba aspro e tenace il gelo:
Tu dov’hai colta sì gioconda messe?

O cara e pia! se amor non anche è morto,
Spargi lungo la via; spargi i tuoi fiori:
Troppo è la via selvaggia ed aspra, e i cuori
Vengon men per l’angoscia e lo sconforto.

(da Morgana, Treves, 1901)

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RAINER MARIA RILKE

PAESAGGIO INVERNALE

Respirano lievi gli altissimi abeti
racchiusi nel manto di neve.
Più morbido e folto quel bianco splendore
riveste ogni ramo, via via.

Le candide strade si fanno più zitte:
le stanze raccolte, più intense.
Rintoccano l'ore. Ne viene
percosso ogni bimbo, tremando.
Di sovra gli alari, lo schianto di un ciocco
che in lampi e faville, rovina.

In niveo brillar di lustrini
il candido giorno là fuori s'accresce,
diviene sempiterno, infinito.

(da Liriche, Sansoni, 1942 – Traduzione di Vincenzo Errante)

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LA FRASE DEL GIORNO
Il mese di gennaio, tempo degli auguri; quindi per buona sorte, Dio, pane, buoni ospiti.
PROVERBIO POLACCO




Arturo Graf (Atene, 19 gennaio 1848 – Torino, 31 maggio 1913), poeta, aforista e critico letterario italiano. La sua poesia, improntata a un pessimismo fra romantico e positivista tipico delle leggende medievali, si andò sempre più aprendo ad aneliti di speranza e di fede, e a un interesse vivo per la natura e la realtà.


René Karl Wilhelm Johann Josef Maria Rilke, noto come Rainer Maria Rilke (Praga, 4 dicembre 1875 – Les Planches, 29 dicembre 1926), scrittore, poeta e drammaturgo austriaco di origine boema. È celebre soprattutto per le Elegie duinesi  i Sonetti a Orfeo e I quaderni di Malte Laurids Brigge. La sua poesia, influenzata da Nietzsche, vede una realtà senza consolazioni.


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