MARY OLIVER
LE OCHE SELVATICHE
Non devi essere buono.
Non devi trascinarti ginocchioni,
pentito, per cento miglia attraverso il deserto.
Devi soltanto permettere a quel mite animale, al tuo corpo, di amare ciò che ama.
Parlami della tua disperazione, io ti racconterò la mia.
Intanto, il mondo va avanti.
Intanto, il sole e gli splendenti sassolini della pioggia
attraversano i paesaggi,
passano sopra le praterie e gli alberi dalle profonde radici,
sopra le montagne e i fiumi.
Intanto, le oche selvatiche, alte nel limpido azzurro,
fanno nuovamente ritorno a casa.
Chiunque tu sia, per quanto tu possa essere solo,
il mondo si offre alla tua immaginazione,
ti manda il suo richiamo come le oche selvatiche, aspro ed eccitante:
annuncia incessantemente la tua appartenenza
alla famiglia delle cose.
(da Lavoro dei sogni, 1986)
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Non siamo soli. E quello che ci accade non accade solo a noi: accade ed è accaduto anche agli altri. La poetessa statunitense Mary Oliver ci invita a non abbandonarci alla cupezza, a sollevare il capo e provare a volare come quelle oche selvatiche che solcano il cielo d’autunno, a tentare di uscire dal doloroso isolamento.
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FOTOGRAFIA © PXHERE
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LA FRASE DEL GIORNO
Forse il desiderio di fare qualcosa di bello è il pezzettino di Dio che è dentro ognuno di noi.
MARY OLIVER, Cavalli blu
Mary Oliver (Maple Heights, Ohio, 10 settembre, 1935 – Hobe Sound, Florida, 17 gennaio 2019), poetessa statunitense, vincitrice del National Book Awards 1992 e del Premio Pulitzer 1984, è autrice di 32 raccolte poetiche e di quattro saggi sulla poesia. Il New York Times l’ha definita “Di gran lunga, la poetessa di questo paese che ha venduto di più”.
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