domenica 28 novembre 2021

In un luogo spoglio


JAMES WRIGHT

FINE NOVEMBRE IN UN CAMPO

Oggi cammino solo in un luogo spoglio,
e l'inverno è qui.
Due scoiattoli vicino a un palo di recinzione
si aiutano a vicenda a trascinare un ramo
verso un nascondiglio; deve essere da qualche parte
dietro quei frassini.
Sono ancora vivi, dovrebbero accumulare ghiande
contro il freddo.
Zampe fragili scannano i passaggi tra gli steli di mais quando la luna
guarda lontano.
La terra è dura adesso,
Le suole delle mie scarpe hanno bisogno di riparazioni.
Non ho nulla per cui chiedere una benedizione,
tranne queste parole.
Vorrei che fossero
erba.

(da Ci riuniremo al fiume?, 1968)

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Non c’è via di fuga: la teologia negativa montaliana riecheggia in questi versi del poeta statunitense James Wright, bipolare, alcoolizzato, soggetto ad esaurimenti nervosi, alla ricerca di se stesso e in fuga da Saint Paul: l’area rurale del Minnesota diventa una landa brulla e spoglia con l’approssimarsi dell’inverno, malinconicamente desolata, diversa dalla promessa pastorale e bucolica che sembrava allettare il poeta dalla metropoli.

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ANDREW WYETH, “PRIMO NOVEMBRE”

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LA FRASE DEL GIORNO
Va da sé che una bella poesia breve può avere la risonanza e la profondità di un intero romanzo.
JAMES WRIGHT, Prose raccolte




James Arlington Wright (Martins Ferry, Ohio, 13 dicembre 1927 – New York, 25 marzo 1980), poeta statunitense. Nel 1956 emerse sulla scena letteraria statunitense con la raccolta The Green Wall, con cui si affermò come esponente della corrente deep image. Vinse il Premio Pulitzer per la poesia nel 1972 per Poesie scelte.


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