INGEBORG BACHMANN
VOI PAROLE
Per Nelly Sachs, l’amica, la poetessa, con venerazione
A voi, parole, orsù, seguitemi!
Anche se già ci siamo spinti avanti,
fin troppo avanti, ancora si va
più avanti, si va senza fine.
Non vi è schiarita.
La parola
non farà
che tirarsi dietro altre parole,
la frase altre frasi.
Così il mondo intende
definitivamente,
imporsi,
esser già detto.
Non lo dite.
Seguitemi, parole
che non diventi definitiva
– questa ingordigia di parole
e detti e contraddetti!
Lasciate almeno per un poco
ammutolire ogni sentimento
che il muscolo cuore
si eserciti altrimenti.
Lasciate, vi dico, lasciate.
Non sussurrate nulla,
nulla, dico, all’orecchio supremo,
che per la morte nulla
ti venga in mente,
lascia stare, seguimi,
né mite né amara
non consolatrice
né significativamente
sconsolante,
ma nemmeno priva di significato –
E soprattutto niente immagini
nella polvere, vuoto rotolare
di sillabe, parole di morte.
Neanche una,
o parole!
(da Poesie, TEA, 1996 - Traduzione di Maria Teresa Mandalari)
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Ingeborg Bachmann è poetessa che – come Georg Trakl e l’amico Paul Celan – chiama la poesia fuori dai limiti stessi del linguaggio tentando di articolarne una corrispondenza con il mondo reale. Questa invocazione alle parole è un omaggio a Nelly Sachs, poetessa ebrea tedesca riparata in Svezia nel 1940 e premiata con il Nobel 1966 per le sue poesie sulle atrocità dell’Olocausto: Ingeborg e Paul Celan la incontrarono nel 1960 in Germania, quando tornò per la prima volta in patria per ricevere il Premio Meersburg Droste: per non dormire sul suolo tedesco, alloggiò in un hotel svizzero e attraversò il confine solo per quel giorno. L’incontro con lei colpì molto entrambi i poeti: La Bachmann le dedicò questa poesia, Celan scrisse Zurigo, allo Stork [l’hotel dove entrambi risiedevano]. È per la Bachmann la parola che si risolve di nuovo a dire dopo anni di silenzio, il ritorno alla poesia dopo una crisi di rigetto della struttura poetica, la convinzione di dovere scrivere "solo poesie talmente nuove da corrispondere veramente a tutto quel che sarà stato esperito fino a quel punto".
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ILLUSTRAZIONE DI MIHAI CRISTE
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LA FRASE DEL GIORNO
Popoli della terra, / lasciate alla fonte le parole / ché soltanto loro fanno avanzare gli orizzonti / nei veri cieli / e con l'altro lato, / maschera dietro cui sbadiglia la notte, / aiutano le stelle a partorire.
NELLY SACHS, Le stelle si oscurano
Ingeborg Bachmann, nota anche come Ruth Keller (Klagenfurt, 25 giugno 1926 – Roma, 17 ottobre 1973), poetessa, scrittrice e giornalista austriaca. I motivi ideologici della sua formazione intellettuale (Heidegger, Wittgenstein) si incontrarono con il tema della generazione venuta dopo gli orrori della guerra nella dimensione di un linguaggio spesso tormentato e astruso, ma sempre autentico.
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