PAUL DURCAN
IL CENTRO DELL’UNIVERSO
I
Spingendo il carrello al supermercato
Sono il centro dell'universo;
Su e giù per le corsie di fagioli e succhi di frutta,
Sono il centro dell'universo;
Non importa che io viva da solo;
Non importa che io sia un innamorato respinto;
Non importa che io sia un disadattato nel mio lavoro;
Sono il centro dell'universo.
Ma sono sempre qui, se mi vuoi -
Perché io sono il centro dell'universo.
II
Mi piace essere il centro dell'universo.
Non è facile essere il centro dell'universo
Ma mi diverto.
Mi fa piacere,
Mi delizia,
Essere il centro dell'universo.
Stamattina alle sei ho ricevuto una telefonata;
Era un amico, un uomo di Los Angeles;
"Paul, non so che ore siano a Dublino
Ma dovevo semplicemente chiamarti:
Non sopporto Los Angeles, quindi ho pensato di chiamarti”.
L'ho calmato come meglio ho potuto.
Ma sono sempre qui, se mi vuoi -
Perché io sono il centro dell'universo.
III
Avevo appena messo giù il telefono quando ha squillato di nuovo,
Questa volta era un amico di San Paolo del Brasile:
“Paul - sai qual è la popolazione di San Paolo?
Te lo dirò: sono dodici milioni di teschi.
Dodici milioni di paia di piedi in un pediluvio.
Dodici milioni di paia di occhi in una boccia per i pesci.
È indescrivibile, te lo dico, indescrivibile. "
L'ho calmato.
Ma sono sempre qui, se mi vuoi -
Perché io sono il centro dell'universo.
IV
Ma poi quando il telefono ha squillato una terza volta e non erano ancora le 6.30,
I petali della mia stessa isteria hanno iniziato a svegliarsi e ad aprirsi.
Questa volta era una donna che conosco a New York:
"Paul - New York è una gabbia",
E ha cominciato a piangere un po’ al telefono,
A singhiozzare al telefono,
E da cinquemila miglia di distanza le ho asciugato le lacrime.
Le ho asciugato ogni lacrima dalla guancia
Con solo una parola o due o tre dalla mia voce calma.
Sono sempre qui, se mi vuoi -
Perché io sono il centro dell'universo.
V
Ma ora stasera sono io;
Seduto alla mia finestra con doppi vetri in alluminio nella città di Dublino;
Piango solo un po' nella mia maglietta nera.
Se solo ci fosse un solo essere umano là fuori
Con chi potrei mettere su casa? Condividere una casa?
Solo una creatura là fuori nella notte
Non c'è solo una creatura là fuori nella notte?
A Helsinki, forse? O a Reykjavík?
O a Chapelizod? o a Malahide?
Quindi vedi, anche io devo calmarmi
Se devo rimanere il centro dell'universo;
Non è affatto una cosa automatica esclusivamente egocentrica
Essere il centro dell'universo.
Sono sempre qui, se mi vuoi -
Perché io sono il centro dell'universo.
(da Daddy, daddy, 1990)
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Alla fine, senza essere egocentrici o narcisisti, tutti noi siamo il centro dell’universo, perché esso ruota attorno alle nostre vite: con acuta ironia, il poeta irlandese Paul Durcan declina questo concetto e alla fine quello che emerge è la solitudine, quella dell’”Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole” di Quasimodo. Tutti dobbiamo consolare e consolarci, tutti abbiamo bisogno dell’altro: innamorati lasciati, lavoratori inappagati, prigionieri delle propria vita…
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EDWARD HOPPER, "UFFICIO IN UNA PICCOLA CITTÀ"
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LA FRASE DEL GIORNO
Lo spazio tra me e te – / Lo spazio di una tavola – l’opera di una vita – / L’opera di un artista.
PAUL DURCAN, Pazzo per le donne
Paul Durcan (Dublino, 16 ottobre 1944), poeta irlandese. Da ragazzo, fu rapito dalla sua stessa famiglia e rinchiuso in un ospedale psichiatrico, dal quale riuscì a fuggire. In seguito studiò Architettura e Storia Medievale. La sua opera d’esordio O Westport in the Light of Asia Minor gli valse nel 1975 il Premio Kavanagh.
1 commento:
Bellissimo questo brano.
Io ci ho letto la differenza tra Io vero (con le sue fragilità reali) e Io come centro dell'universo (l'immagine di un Io che si ritiene onnipotente o che comunque si sente sempre in dovere di essere forte).
Che mi sembra un tema fondamentale della nostra realtà attuale, dove essere veramente se stessi, accettare anche le proprie fragilità, oltre a quelle degli altri, è sempre più difficile da sopportare. Da cui le difficoltà di stare in coppia, coppie che si separano perchè non corrispondono ad un ideale, ecc.
Grazie della condivisione.
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