LUIS IGNACIO HELGUERA
RING
Sogni nel bar
Vecchie promesse
di essere un eccellente poeta
un’eccellente persona
un eccellente scacchista
galante (come se non bastasse)
eccellente ballerino di quel mambo numero cinque
che suona lontano
già troppo lontano my dear
acconténtati
di scarabocchiare questi versi sul tovagliolo
chiedere un altro bicchiere
e sconfiggere l’uomo grasso
che dall’altra parte del bancone
sta per cadere
insieme all’alba.
(da Zugzwang, 2007)
.
Con l’aria dei poeti maledetti che bevevano assenzio a Parigi, il poeta messicano Luis Ignacio Helguera tracanna il suo alcool in uno degli amati bar di Città del Messico e davanti allo specchio del bancone passa in rassegna la sua vita, quella perenne sensazione di essere in stato di Zugzwang, la situazione che obbliga un giocatore di scacchi a muovere ben sapendo che in seguito a tale mossa subirà uno scacco matto o dovrà sacrificare un pezzo: “Non mi resta che muovermi / da una stanza all’altra / aspettando cattive nuove /inevitabili / come il cadere lento della notte”.
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FABIAN PEREZ, “ON THE ROCKS II”
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LA FRASE DEL GIORNO
Spesso, sogniamo quando scriviamo e, a volte, scriviamo quando sogniamo. Si scrive attraverso la mano, ma si scrive con tutto il corpo, con l’intero essere.
LUIS IGNACIO HELGUERA, Di come non fui l’uomo del decennio e altre delusioni
Luis Ignacio Helguera Lizalde (Città del Messico, 8 settembre 1962 - 11 maggio 2003), poeta, narratore, saggistica, critico musicale e scacchista messicano. Le sue poesie mischiano sovente i suoi due amori: gli scacchi e la musica.
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