domenica 15 luglio 2018

Torrente d’oro


BLAS DE OTERO

CORPO DELLA DONNA

Tantalo, in fuggitiva fonte d’oro
Quevedo

Corpo della donna, torrente d’oro
dove, affondate le braccia, cogliamo
un bagliore azzurro, qualche raspo
di luce strappato a una fronda d'oro.

Corpo della donna, ampio mare d'oro,
dove, amando le mani, non sappiamo
se i seni sono onde, se sono remi
le braccia, se sono solo ali d'oro...

Corpo della donna, fonte di pianto
dove, dopo tanta luce, da tanto
tatto lieve, di Tantalo è la pena.

E nella solitudine di Dio
sentiamo due solitudini, catena
muta che àncora anime e fango in Dio.

(da Angelo fieramente umano, 1950)

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Nella sua esultante bellezza il corpo femminile insinua la  gloria di Dio – suggerisce il poeta spagnolo Blas de Otero ad imitazione di un sonetto di Francisco Quevedo. Ma il corpo dell’amata è come una corrente d’acqua a cui non si può bere, in un supplizio simile a quello di Tantalo, allontanato dagli dei ogni volta che avvicina le labbra al lago in cui è perennemente immerso: questo supplizio diventato "solitudine di due" è il tocco moderno che Blas de Otero apporta alla tematica secentesca.

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Klimt

GUSTAV KLIMT, DANAE”

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LA FRASE DEL GIORNO
C'è un momento, c'è un lampo in rabbia viva, / tra gli abissi dell'essere, squarciati, / in cui Dio si fa amore, e il corpo sente / la sua tenera mano come un peso.
BLAS DE OTERO




blas-de-oteroBlas de Otero Muñoz (Bilbao, 15 marzo 1916 – Madrid, 29 giugno 1979), poeta spagnolo. Esponente della Generazione del '36, segue la corrente poetica chiamata "poesia sradicata" attraverso la quale gli autori esprimono il proprio disagio e malessere nei confronti di un mondo che appare caotico e doloroso e nel quale non si riconoscono.


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