sabato 30 giugno 2018

Nell’aria tremante


GAETANO ARCANGELI

CREPUSCOLO DI LIBECCIO

Crepuscolo violento
già preso dall'ansia
di una notte di vento;
e l'ultima luce azzurrina
di un lembo di cielo
è spenta da un cortinaggio
di nubi consumate
da un tediosissimo viaggio.
E nell'aria tremante
passano brevi folate,
alito febbricitante
di giornate malate
rabbia imprecante
di ore dannate;
aliti di veleno
sopra le cose terrene
ch'erano così serene
nel giorno sereno.
Crepuscolo malato
di un male indefinito,
mezzo annuvolato
cielo scolorito,
scolorita città
presa da sconsolazione;
dal grido di disperazione
dell'aridità.

[1927]

(da Del vivere, Testa, 1939)

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È questa una delle primissime prove poetiche di Gaetano Arcangeli: il poeta la scrisse infatti a 17 anni riversandovi un Decadentismo di maniera tra Pascoli e D’Annunzio: è un bozzetto in cui la terra romagnola fa da fondale a un crepuscolo dove a regnare è il vento di libeccio, calda brezza di terra che sembra passare come una febbre sul mondo.

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Santarcangelo

FOTOGRAFIA © RIMINI TODAY

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LA FRASE DEL GIORNO
Il tramonto che, appena / acceso, in cenere spegne / il fasto delle sue luci, / è
un cupo fiore selvatico / che prova il ritegno / di spandere un suo / acuto e raro profumo.
GAETANO ARCANGELI, Del vivere




Gaetano Arcangeli (Bologna, 19 aprile 1910 – 8 settembre 1970), poeta italiano. Si allontanò via via dall’ermetismo verso toni più lirici e talora satirici. Tra i suoi temi la natura misteriosa e ostile, le memorie dell’infanzia e dell'adolescenza, il ricordo del padre e la solitudine.


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