ANGELO MARIA RIPELLINO
È TANTO CHE NON TI SCRIVO
È tanto che non ti scrivo. Non ho tue notizie. Ma sempre
spero che un giorno tu possa tornare
nella città che hai cantato.
Come stupide navi si dissolvono gli anni.
Io recito al Wolker. Sono serena. Il passato
lo tengo lontano, sui margini, come un intruso.
C’è solo un filo di ignobile malinconia,
che trapela talvolta di sotto una porta,
ma io riesco a tagliarlo, fingendomi ottusa
e decrepita come una mummia di Strindberg.
La primavera ha inondato di bionde forsythie
la piccola casa in cui vivo, in cui studio le parti.
Com’è duro parlarsi a distanza,
quando l’armadio del cuore
vorrebbe aprirsi in un fiotto di chiacchiere.
Eppure vedrai, se verrai: dopo secoli
non avremo che dirci, vi sarà solo un attònito,
goffo, appallottolato, bruciante silenzio.
(da Lo splendido violino verde, Einaudi, 1976)
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Angelo Maria Ripellino, poeta, traduttore e slavista italiano, trasforma una lettera ricevuta in poesia. Così le parole dell’attrice ceca Zora Jirakova, amica di famiglia, figurano questo rapporto tra persone lontane in cui non solo fioriscono i sentimenti, ma anche la città di Praga, sottofondo alle parole.
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GIANNI STRINO, “LA LETTERA”
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LA FRASE DEL GIORNO
Guai a chi si costruisce il suo mondo da solo.
ANGELO MARIA RIPELLINO, Lo splendido violino verde
Angelo Maria Ripellino (Palermo, 4 dicembre 1923 – Roma, 21 aprile 1978), traduttore, poeta e slavista italiano. Docente di Filologia Slava a Bologna e poi di Lingua e Letteratura russa a Roma, è notissimo per l’antologia Poesia russa del ‘900, pubblicata da Guanda nel 1954.
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