MARIA LUISA SPAZIANI
IL NAUFRAGO CHE AGITA LANTERNE
Il naufrago che agita lanterne
sulla costa battuta dal favonio
e nella notte grida un solo cuore
si ricordi di me, della sventura,
nebbia infernale che circonda l'isola
e ne distrae tutti i naviganti
con calamite perfide... Sei tu
quel naufrago o relitto, e a notte invochi
la mia vela tranquilla, il mio timone
che non sfugge alla mano che lo guida
verso i porti sereni. Eppure accade
che a mezzogiorno, dentro la bonaccia,
quel tuo grido m'insegua e mi comandi
rotte aberranti che le antiche mappe
segnano con cartigli: hic sunt leones.
E le vele ne fremono, e la pace
s'incrina all'urlo del gabbiano in fuga
che dal più alto albero, nel sole,
scorge l'armata dei fantasmi.
(da L'occhio del ciclone, Mondadori, 1970)
L’occhio del ciclone è l’opera di Maria Luisa Spaziani imbevuta di Sicilia – in essa alcuni vedono una diretta derivazione dalla poesia di Quasimodo – e vive delle suggestioni che prova chi si trovi a passare per la meravigliosa isola: un continuo rimando al mito dell’antichità classica, la presenza del mare come un’ossessione. Così sembra di vedere apparire dal Mediterraneo la nave di Odisseo, disperso nel suo vagare al di là dei confini conosciuti: “Che senso ha approdare se approdiamo / sempre a porti diversi? / Restano i versi, fuochi fatui in fuga / sulla città dei morti”.
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MAPPA DI COTONE DEL 1040 - FOTOGRAFIA © PULS BIZNESU
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LA FRASE DEL GIORNO
Chi ritorna da un viaggio lunghissimo / non è più la stessa persona. / Ha raccolto colori, paesaggi, / temperature, odori, inverni e sole.
MARIA LUISA SPAZIANI, La luna è già alta
Maria Luisa Spaziani (Torino, 7 dicembre 1922 – Roma, 30 giugno 2014), poetessa italiana formatasi nel clima postermetico di chiara ascendenza montaliana. La sua poesia è venuta via via distendendosi dal mottetto o epigramma a forme narrativo-discorsive.
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