CAROL ANN DUFFY
COSÌ LONTANO
Ti voglio e non sei qui. Mi soffermo
in questo giardino, a respirare il colore che è il pensiero
prima di diventare linguaggio nell’aria ferma. Pure il tuo nome
è un pallido spettro e, per quanto lo esali senza
posa, non mi rimarrà accanto. Stanotte
ti invento, ti immagino, i tuoi movimenti più nitidi
delle parole che ti faccio dire e che hai già detto.
Ovunque tu sia ora, nella mia testa mi fissi
con uno sguardo, standotene qui mentre la luce fresca della sera
si dissolve nella terra. Sbaglio la tua bocca
ma sorride lo stesso. Ti stringo a me più vicino, così lontano,
a inventare l’amore finché il canto di uccelli notturni
interrompe e muta quel che doveva succedere, di sicuro,
in ricordo. Le stelle ci stanno filmando senza scopo.
(da Lo splendore del tempio, Crocetti, 2012 - Traduzione di Floriana Marinzuli e Bernardino Nera)
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La lontananza, l’assenza, la separazione dalla persona amata riempiono pagine e pagine di poesie: vi si possono aggiungere anche questi versi della poetessa scozzese Carol Ann Duffy, Poeta Laureato del Regno Unito dal 2009. Ma, del resto, come nota la stessa Duffy, “Un tuo bacio, / rievocato, sfila, come fossero perle, questa catena di parole. / Cieli immensi ci congiungono, unendo qui a lì. / Desiderio e passione nell’aria che pensa”.
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FOTOGRAFIA © CLAUDIA24/PIXABAY
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LA FRASE DEL GIORNO
Nell’amore la separazione avvicina.
VICTOR HUGO, Oceano
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