ALFONSO GATTO
L’ERBA, IL SILENZIO, IL MUOVERE DELL’OMBRA
Soli, nel pianto tuo della mattina,
l'erba, il silenzio, il muovere dell'ombra,
e gli steli del vento. Il tuo sollievo
è di vederti calma nell'attesa
ch'io giunga da lontano, il tuo riposo
è la speranza d'incontrarci a sera
per caso in un inverno.
Lasciarti per sparire,
per essere il tuo cielo dove guardi
senza rimorsi, avere il tuo rimpianto,
la tua memoria, le tue mani vuote...
Forse è più dolce piangermi che avermi.
(da Poesie d'amore, Mondadori, 1973)
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“Forse è più dolce piangermi che avermi”: un gusto crepuscolare chiude questa poesia di Alfonso Gatto. Il poeta salernitano invoca il paradiso del desiderio, che è assenza sì ma contemporaneamente speranza, un crogiolo in cui si macera l’amore diventando più intenso.
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EDWARD HOPPER, “STANZA D’ALBERGO”
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LA FRASE DEL GIORNO
Ci sono due tragedie nella vita. Una non ottenere ciò che si desidera ardentemente, l'altra ottenerlo.
GEORGE BERNARD SHAW, Uomo e superuomo
Alfonso Gatto (Salerno, 17 luglio 1909 – Orbetello, 8 marzo 1976), poeta e scrittore italiano. Ermetico, ma di confine, giornalista e pittore, insegnante di Letteratura all'Accademia di Belle Arti, collaboratore di “Campo di Marte”, la sua poesia è caratterizzata da un senso di morte che si intreccia al vivere.
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