NATAN ZACH
IL PITTORE RITRAE
Il pittore ritrae, lo scrittore narra, lo scultore modella,
ma il poeta non canta,
egli è un monte al lato della via,
o un albero, o un odore,
qualcosa che fugge
o già non fugge più, ciò che fu
e che non tornerà, come le stagioni,
il caldo, il freddo, il ghiaccio ed il riso
nel cuore, quando il cuore ama,
oppure acqua, qualche cosa di largo, d'incompreso
come vento, nave, poesia.
qualcosa che dia
origine a qualcosa.
(da Sfavorevole agli addii, Donzelli, 1996 – Traduzione di Ariel Rathaus)
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C’è una differenza che contraddistingue la poesia dalle altre arti, un qualcosa di indefinito e di indefinibile che fa però del poeta una sorta di interprete del trascendente, di profeta che trasmette un messaggio più alto: questo sottolinea il poeta israeliano Natan Zach, con Yehuda Amichai uno dei rinnovatori della poesia ebraica del dopoguerra.
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MOLLIE HOSMER-DILLARD, “POETA CHE SOGNA IL PARCO”
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LA FRASE DEL GIORNO
L’esatta fotografia del sogno / è necessaria. Quello che è stato non basta mai.
NATAN ZACH, Sfavorevole agli addii
Natan Zach (Berlino, 13 dicembre, 1930), scrittore israeliano. Nato da padre tedesco e madre italiana, emigrò ad Haifa al loro seguito nel 1936. Durante la guerra arabo-israeliana del 1948 prestò servizio nelle forze di difesa israeliane come impiegato del servizio informazioni. È considerato come uno dei più importanti innovatori della poesia ebraica del ‘900.
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