BLANCA VARELA
RACCONTO
Puoi raccontarmi qualsiasi cosa
crederci non è importante
ciò che importa è che l’aria muova le tue
labbra
o che le tue labbra muovano l’aria
che inventi la tua storia il tuo corpo
sempre instancabile
come una fiamma che non somiglia
ad altro che a una fiamma
(da Valzer e altre false confessioni, 1972)
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“Appena ti guardo, / la voce mi vien meno; / mi si spezza la lingua, sottile / improvviso il fuoco mi corre sotto la pelle; / con gli occhi non vedo più nulla, / gli orecchi mi rombano. / Mi cola il sudore, un tremito / mi prende tutta, e sono più pallida dell’erba. / Già quasi vicino a morire, / senza respiro io sembro”: nelle condizioni della Saffo dell’Ode del Sublime si trova di fronte all’amato la poetessa peruviana Blanca Varela, obnubilata dal suo fuoco d’amore.
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DIPINTO DI FABIAN PEREZ
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LA FRASE DEL GIORNO
Amore mio, / adoro tutto quello che non è mio, / tu, per esempio.
BLANCA VARELA, Valzer e false confessioni
Blanca Leonor Varela Gonzales (Lima, 10 agosto 1926 - 12 marzo 2009), poetessa peruviana, considerata una delle voci più importanti del Sudamerica. Nel 1949 si trasferì a Parigi per vivere il clima letterario dell’epoca, con Octavio Paz e i grandi poeti e scrittori francesi e spagnoli. Nel 1962 ritornò in patria. Della sua poesia Paz scrisse che “è un segno, un incantesimo contro e verso il mondo”.
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