ANGELO ROMANÒ
IN TRAM
La sera, con gli amici, aspetto
il tram alla fermata.
Nell’aria desolata
splende la luna sul tetto.
Fra tanta gente che fa ressa
nelle strade, basta un nonnulla:
il tram dondola come una culla,
ogni compagnia cessa.
Rulla il tram, la notte è spessa,
ed eccomi solo nel nulla.
(da La città ed altre poesie, Maestri, 1958)
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I tram di Milano hanno un fascino davvero particolare: non dico i nuovissimi e moderni jumbotram, ma quei veicoli arancioni che ancora oggi attraversano la città con le loro panche di legno. Sono il mezzo più romantico e più efficace di effettuare un giro turistico. E ci si può addentrare ad esempio in questa poesia di Angelo Romanò, in una Milano notturna degli anni del boom economico che assume toni idilliaci sotto la luna.
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MARIOLINA DE PALMA, “TRAM DUOMO NOTTURNO”
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LA FRASE DEL GIORNO
Quando vorresti che la fermata / non arrivasse mai / stai leggendo sul tram / e quella è la tua casa.
GIANCARLO CONSONNI, Filovia
Angelo Romanò (Mariano Comense, 14 novembre 1920 – Roma, 5 maggio 1989), scrittore, fu direttore del secondo canale RAI e di Garzanti. Nel 1976 divenne senatore, eletto tra le file del PCI come cattolico di sinistra. Collaborò ad Officina e a La Fiera Letteraria scoprendo con Giacinto Spagnoletti il talento di Alda Merini.
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