mercoledì 23 dicembre 2015

Suono di casa

 

GIOVANNI PASCOLI

LE CIARAMELLE

Udii tra il sonno le ciaramelle,
ho udito un suono di ninne nanne,
ci sono in cielo tutte le stelle,
ci sono i lumi nelle capanne.

Sono venute dai monti oscuri
le ciaramelle senza dir niente;
hanno destata ne' suoi tuguri
tutta la buona povera gente.

Ognuno è sorto dal suo giaciglio;
accende il lume sotto la trave:
sanno quei lumi d'ombra e sbadiglio,
di cauti passi, di voce grave.

Le pie lucerne brillano intorno,
là nella casa, qua su la siepe:
sembra la terra, prima di giorno,
un piccoletto grande presepe.

Nel cielo azzurro tutte le stelle
paion restare come in attesa;
ed ecco alzare le ciaramelle
il loro dolce suono di chiesa;

suono di chiesa, suono di chiostro,
suono di casa, suono di culla,
suono di mamma, suono del nostro
dolce e passato pianger di nulla.

O ciaramelle degli anni primi,
d'avanti il giorno, d'avanti il vero,
or che le stelle son là sublimi,
conscie del nostro breve mistero;

che non ancora si pensa al pane,
che non ancora s'accende il fuoco;
prima del grido delle campane
fateci dunque piangere un poco.

Non più di nulla, sì di qualcosa,
di tante cose! Ma il cuor lo vuole,
quel pianto grande che poi riposa,
quel gran dolore che poi non duole:

sopra le nuove pene sue vere
vuol quei singulti senza ragione:
sul suo martòro, sul suo piacere,
vuol quelle antiche lagrime buone!

(da Canti di Castelvecchio, 1903)

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Il suono delle ciaramelle – un antico strumento a fiato che in genere accompagna le zampogne – caratteristico delle feste di Natale, ispira a Giovanni Pascoli dieci quartine che risvegliano il “fanciullino” che è nel poeta e in ognuno di noi: le suggestioni che il Natale sa creare si risvegliano ogni anno con i loro ricordi, con quel presepe popolato di gente umile, con il senso dell’attesa tipico di questa festa, con quella che si è soliti definire “la magia del Natale”.

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FOTOGRAFIA © IL TAMTAM

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LA FRASE DEL GIORNO
A Natale tutte le strade conducono a casa.
MARJORIE HOLMES




Giovanni Pascoli (San Mauro di Romagna, 31 dicembre 1855 – Bologna, 6 aprile 1912), poeta e accademico italiano, eccelso latinista, figura emblematica della letteratura di fine Ottocento. Nonostante la sua formazione eminentemente positivistica, è il maggiore esponente del Decadentismo.

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