lunedì 14 dicembre 2015

La pazienza dell'inverno


ORESTE FERRARI

INVERNALE


Perché dobbiamo essere tristi?
Tutto non è perduto ancora!
Nella memoria ancor s’infiora
la stagion verde che ci ha visti


lieti nei prati che oggi sono
niveo sopore e indifferenza,
mentre dovunque la pazienza
dell’inverno è l’unico dono.


Sotto la neve il bulbo attende
il segno magico dell’anno.
Verrà il giorno! Rifioriranno
le più ineffabili leggende.


Sarà la nuvola rosata
del pesco apparso in cima al clivo,
il grido tenero e giulivo
della rondine alla nidiata.


Sarà il miracolo che fa
sorger dai bruchi le farfalle,
l’arcobaleno sulla valle,
o un viso: e la felicità.


(da Poesie, Tallone, 1956)


“Una trasfigurazione pacatamente alata di aspetti e immagini della natura”: così Giovanni Titta Rosa definisce la poesia del trentino Oreste Ferrari, patriota amico di Cesare Battisti: si può apprezzare in quest’ansia di primavera presentita come una speranza nel gelo, sotto la neve. Allegri! - ci dice con la sua poesia essenzialmente romantica - si ripeterà il miracolo: germoglieranno i bulbi, rifioriranno i rami, rifioriremo anche noi trovando la felicità.

FOTOGRAFIA © DAVID AUBREY
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LA FRASE DEL GIORNO
Il tempo è l’ansia del poeta / che cerca il nodo ove si scande / la musica del giorno eterno / per un suo attimo di luce.
ORESTE FERRARI, Poesie





Oreste Ferrari (Locca di Ledro, oggi Bezzecca, 5 maggio 1890 – Bellinzona, Svizzera, 10 febbraio 1962) poeta italiano. Irredentista, amico di Cesare Battisti, nel 1914 fuggì in Italia e si arruolò. La sua attività poetica, di natura essenzialmente romantica,  è legata alla terra natia e a un’esistenza segnata dalla tragica scomparsa della moglie e dei figli negli anni della seconda guerra mondiale.


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