JUAN RODOLFO WILCOCK
AH, CHI DI NOI UN GIORNO NON È STATO
Ah chi di noi un giorno non è stato
come una statua di alabastro
illuminata interiormente,
nuotando senza accorgersi
sulla schiuma iridata delle ore!
Come un orecchio al sole trasparente
il nostro corpo acceso era venato
di rosa e risplendeva.
(da Luoghi comuni, Il Saggiatore, 1961)
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Juan Rodolfo Wilcock, poeta argentino naturalizzato italiano, illumina – è il caso di dirlo – quello stato di grazia che talora si prova, a volte anche immotivato, capace di farci sentire leggeri, luminosi, di elevarci al di sopra di tutto: “Alla luce di questi lumi l’uomo si muove più sicuro, / vede i tramonti, vede le rive del mare, / e pronuncia parole il cui senso oscuro /gli si comincia infine a rivelare”.
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DIPINTO DI VLADIMIR KUSH
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LA FRASE DEL GIORNO
Non tutti hanno vuota la stanza, / non tutti hanno il cuore vuoto: / ci si può lasciare entrare / ogni mattino un mondo nuovo.
JUAN RODOLFO WILCOCK, Luoghi comuni
Juan Rodolfo Wilcock (Buenos Aires, 17 aprile 1919 – Lubriano, 16 marzo 1978), poeta, scrittore, critico letterario e traduttore argentino naturalizzato italiano. La sua vita può essere divisa in due parti: quella vissuta in Argentina fino al 1957, con sei raccolte, e quella successiva, a Roma e Lubriano. Scrisse in spagnolo e italiano.
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