KO UN
VERSI SCRITTI IN SOGNO LA NOTTE SCORSA
guarda l’uccello che vi si è posato.
Là in cima all’albero,
guarda l’uccello che vola via dopo essersi posato.
Dopo che l’uccello è volato via,
guarda il punto in cima rimasto vuoto,
E poi, la vasta vacuità.
Guarda il grigio cielo.
(da L’isola che canta, Lietocolle, 2009 – Traduzione di Vincenza D’Urso)
La Sinfonia n. 45 in Fa diesis minore di Franz Josef Haydn, nota come “Sinfonia degli addii”, si conclude con un adagio finale in cui i musicisti smettono a turno di suonare e abbandonano la sala lasciando solo due violini in sordina. Questa poesia del sudcoreano Ko Un mi ha ricordato quel brano, infatti c’è lo stesso anticlimax: gli oggetti poetici abbandonano uno alla volta la scena, lasciando infine il vuoto di un cielo, tra l’altro non azzurro ma grigio.
FOTOGRAFIA © NATURE’S DESKTOP
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LA FRASE DEL GIORNO
Io sogno. / Ieri / non è oggi. / Oggi / Non è domani. / Ma io sogno il domani.
KO UN
Ko Un (Kunsan, 1° agosto 1933), è il massimo poeta sudcoreano del XX secolo. Monaco buddista, tornò allo stato laicale disgustato dalla corruzione del clero. Prese parte alla lotta per i diritti umani nel suo paese negli anni del regime militare, finendo anche in carcere. Sposatosi nel 1983, la sua vita si fece più tranquilla. È stato più volte candidato al Premio Nobel.
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