lunedì 7 dicembre 2015

Eh sì, il Naviglio

 

GIOVANNI RABONI

RISANAMENTO

Di tutto questo
non c’è più niente (o forse qualcosa
s’indovina, c’è ancora qualche strada
acciottolata a mezzo, un’osteria).
Qui, diceva mio padre, conveniva
venirci col coltello … Eh sì, il Naviglio
e a due passi, la nebbia era più forte
prima che lo coprissero … Ma quello
che hanno fatto, distruggere le case,
distruggere quartieri, qui e altrove,
a cosa serve? Il male non era
lì dentro, nelle scale, nei cortili,
nei ballatoi, lì semmai c’era umido
da prendersi un malanno. Se mio padre
fosse vivo, chiederei anche a lui: ti sembra
che serva? e il modo? A me sembra che il male
non è mai nelle cose, gli direi.

(da Le case della Vetra, Mondadori, 1966)

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Poesia milanese per Sant’Ambrogio, patrono della città, cui è dedicata anche la fiera tradizionale denominata degli “Oh bej! Oh bej!”: Giovanni Raboni rimpiange la Milano del tempo che fu, quella con i Navigli non ancora in parte coperti, quella cui le bombe degli Alleati e poi il dopoguerra e l’espansione del boom economico modificarono l’aspetto. “Col passar degli anni le città cambiano, come le donne, e non si riconoscono più” scrisse Italo Calvino: Milano è di nuovo profondamente cambiata dal 1966, anno della raccolta di Raboni – ora è una città modernissima, scattante e ben servita, dove svettano enormi grattacieli che si armonizzano con gli antichi palazzi ottocenteschi e con i monumenti storici, è una città viva e in continua trasformazione.

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Milano

FOTOGRAFIA © MARTINO LOMBEZZI/LE TOURBILLON DE MILAN

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LA FRASE DEL GIORNO
Una volta girovagavo nei desolati quartieri periferici e vagabondavo lungo i terrapieni delle ferrovie, affascinato dal pittoresco romantico di Porta Ticinese, dei canali. Adesso c'è la metropoli dei grattacieli, la city un po' avveniristica, un po' provinciale: un misto tra il risotto e l'acciaio, che mi diverte.
ALBERTO LATTUADA, La Fiera letteraria, n. 17, aprile 1973




Giovanni Raboni (Milano, 22 gennaio 1932 – Fontanellato, 16 settembre 2004), poeta, critico letterario, giornalista, traduttore e scrittore italiano appartenente alla "generazione degli anni Trenta. Nel solco della tradizione lombarda, elaborò sin dalla prima raccolta Le case della Vetra (1966) una poetica d'intonazione civile ma anche esistenziale con toni piani e sommessi.


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