MARGHERITA GUIDACCI
LA CONCHIGLIA
Non a te appartengo sebbene nel cavo
della tua mano ora riposi, viandante;
né alla sabbia da cui mi raccogliesti
e dove giacqui lungamente,
prima che al tuo sguardo
si offrisse la mia forma mirabile.
Io compagna d’agili pesci e d'alghe
ebbi la vita dal grembo delle libere onde.
E non odio né oblio ma l'amara tempesta me ne divise.
Perciò si duole in me l’antica patria e rimormora
assiduamente e ne sospira la mia anima marina,
mentre tu reggi il mio segreto sulla tua palma
e stupito vi pieghi il tuo orecchio straniero.
(da Paglia e polvere, 1961)
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Come la poetessa Margherita Guidacci sono affascinato dalle conchiglie: anni fa scrissi che a colpirmi in quell’ammasso calcareo più che la forma, più che l’iridescenza, la lucentezza o la levigatezza del mantello è la loro provenienza da quel mare cui tutti noi siamo ancestralmente legati. Vale anche per questi versi, che ricordano quegli antichi epitaffi dei poeti greci presenti nell’Antologia Palatina.
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LA FRASE DEL GIORNO
Ho una vasta collezione di conchiglie, che tengo sparse per le spiagge di tutto il mondo.
STEVEN WRIGHT, I have a pony
Margherita Guidacci (Firenze, 25 aprile 1921 – Roma, 19 giugno 1992), poetessa e traduttrice italiana. Dopo la crisi del suo matrimonio, negli Anni’60, superò un decennio di grave sofferenza psichica che culminò nel ricovero in una clinica neurologica. Tra i poeti da lei tradotti John Donne, Emily Dickinson, T.S. Eliot ed Elizabeth Bishop.
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