mercoledì 29 settembre 2021

Mi innamorai dell’irrealtà


LAWRENCE FERLINGHETTI

UNA CONEY ISLAND DELLA MENTE, 20

Il negozietto di caramelle dietro la soprelevata
è lì che per la prima volta
                                         mi innamorai
                                                      dell'irrealtà
Gelatine luccicavano nella penombra
di quel pomeriggio di settembre
Sul bancone un gatto si insinuava tra
                                           bastoncini di liquirizia
                             e barrette al cioccolato
              e cicche Oh Boy

Fuori le foglie morivano e cadevano
Il vento aveva spazzato via il sole

Una ragazza entrò di corsa
Aveva i capelli zuppi di pioggia
Il seno ansava nella stanzetta

Fuori le foglie cadevano
                            e piangendo dicevano
                                  Troppo presto! troppo presto!

(da Una Coney Island della mente, 1955 – Traduzione di Leopoldo Carra)

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Come poeta, a volte mi immagino ancora nei panni di un reporter onnisciente venuto dallo spazio, che invia i suoi dispacci a un caporedattore supremo convinto della necessità di rappresentare senza censure le tragicomiche pagliacciate di quelle creature bipedi note col nome di esseri umani” scrisse il poeta statunitense Lawrence Ferlinghetti nel 2011 presentando una nuova edizione di Una Coney Island della mente. Ed è questo dunque il reportage della scoperta di settembre, dell’avvio dell’autunno, dell’innamoramento per quella dolcezza malinconica ingigantita da ogni minuscolo dettaglio.

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SCENA DAL FILM "BROOKLYN" DI JOHN CROWLEY

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LA FRASE DEL GIORNO
L’occhio del poeta vede oscenamente / vede la superficie del mondo tondo.
LAWRENCE FERLINGHETTI, Una Coney Island della mente




Lawrence Ferlinghetti (Yonkers, New York, 24 marzo 1919 – San Francisco, California, 22 febbraio 2021), poeta ed editore statunitense. Nel 1955 fondò la City lights rocket bookshop a San Francisco che divenne il centro culturale del movimento beat. Parte della sua poesia è di protesta politica e si pone in opposizione alla violenza. La sua opera, pur lirica, è caratterizzata da un vivo senso dello humour e della satira.


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