venerdì 20 agosto 2021

Senza trovare asilo


MARIO LUZI

QUANTE OMBROSE DIMORE HAI GIÀ SFIORATO

Quante ombrose dimore hai già sfiorato,
anima mia, senza trovare asilo:
dal sogno rifluivi alla memoria,
da memoria tornavi a essere un sogno,
per via ti sorprendeva la bufera.

Senza felicità, senza speranza
di quiete - ma guarda come il volto
puramente contiene il suo destino -
a volte ti levavi rischiarata
dalla ragione, a volte ti eclissavi.

Vivi, incredibilmente ti fu dato;
esisti, come sia lo chiedo ancora
al passato, a quest’ora in cui più lieve
la montagna di sé scolpisce il sole
e la sera che il mare blu deplora.

(da Poesie sparse, in L'opera poetica, Mondadori, 1998)

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Un momento di tranquillità, la sera, sostando nella luce del tramonto: Mario Luzi, con stilema petrarchesco (“Quante fïate sol, pien di sospetto, per luoghi ombrosi et foschi mi son messo”, Sonetto CCLXXXI),  riflette sulla sua vita interiore, ripercorre il passato, “la notte o la neve / uniforme del ricordo” senza trovare rimedio a quell’esilio dell’anima che continua a sentire.

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PETER SEMINCK, "STILL WAITING FOR BONNIE"

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LA FRASE DEL GIORNO
L’identità non ci viene data fin dal principio, la dobbiamo scoprire. Solo da ultimo si capisce, se si capisce, chi siamo. E solo dopo aver visitato parecchi luoghi della nostra mente, della nostra anima e dell’esperienza che è stata conservata.
MARIO LUZI




Mario Luzi (Castello di Firenze, 20 ottobre 1914 – Firenze, 28 febbraio 2005), poeta italiano, fu uno dei grandi rappresentanti dell’Ermetismo. Più volte candidato al Nobel, fu insignito della Legion d’Onore. Fu Accademico della Crusca e senatore a vita.


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