EUNICE ARRUDA
CURA
Convivere
con le poesie
Intorno al tavolo
intorno ai giorni
come figli
Accarezzare limitare
permettere
Al caldo del sole
nella malinconia del crepuscolo
Stringere al petto
sentire la febbre sulla fronte
leggere le linee
leggere la vita nelle loro mani
Convivere
con le poesie
Intorno al tavolo
intorno ai giorni
come figli
Fino
al giorno
in cui se ne vanno
(da Rischio, 1998)
.
“Costruisco la poesia / pezzo / per /pezzo // Costruisco un / pezzo di /me /in ogni poesia” scriveva nel 1964 la poetessa brasiliana Eunice Arruda. Giocoforza, considera le poesie dunque come suoi figli – quei “pezzi di lei” che crescono nella sua casa e che di volta in volta blandisce, punisce, in una parola educa e cresce: “Un bisogno di catturare emozioni, pensieri per poi restituirli al mondo trasformato in un altro linguaggio”.
.
KELLY CARMODY, "A TAVOLA"
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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia è un linguaggio sottile, spesso difficile da capire. Quindi ci vuole molto tempo per essere incorporata nella vita quotidiana delle persone. Ma è sempre ovunque. Come se stesse aspettando il momento giusto per rivelare il suo volto. È necessario che le persone siano aperte a questa chiamata.
EUNICE ARRUDA, Poesia diversa, 9 dicembre 2009
Eunice Carvalho de Arruda (Santa Rita do Passa Quatro, 15 agosto 1939 - San Paolo, 21 marzo 2017), poetessa brasiliana. Laureatasi in Comunicazione e Semiotica, diresse l’Unione Brasiliana degli Scrittori. Esordì nel 1960 con È tempo di notte, cui seguirono altre tredici raccolte e un’antologia. La sua poesia fa della concisione un perno: taglia e riduce all’osso la parola.
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