EDWARD ESTLIN CUMMINGS
GUARDA LE MIE DITA
Guarda
le mie dita, che
toccarono te
e il tuo caldo e il frale
tuo poco
– vedi? non sembrano le mie
dita. Le mani i polsi miei
che strinsero cautamente il fioco silenzio
di te (del corpo del
sorriso degli occhi delle mani dei piedi tuoi)
sono diversi
da quello che erano. Le mie braccia
in cui tutto di te si ripiegò
quietamente, come una
foglia o qualche fiore
appena fatto dalla Primavera
Stessa, non sono le mie
braccia. Non riconosco
come me stesso questo che trovo davanti
a me in uno specchio. Non
credo
di avere mai visto queste cose;
qualcuno che tu ami
e che è più magro
più alto di
me è entrato e divenuto le
labbra che uso per parlare,
una nuova persona vive e
gesticola con il mio
o sei forse tu che
con la mia voce
stai
giocando.
(da Poesia, 91, Gennaio 1996 - Traduzione di Nicola Gardini)
“In un luogo dove non ho mai / viaggiato, gioiosamente oltre / ogni esperienza i tuoi occhi / hanno il loro silenzio: / nel tuo più fragile gesto / ci sono cose che mi includono, / o che io non posso toccare / perché sono troppo vicine”: l’amore ci cambia, ci completa e lo sa anche il poeta statunitense Edwar Estlin Cummings, che si riconosce persona diversa dopo l’innamoramento.
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LEON GORDON, “UOMO ELEGANTE ALLO SPECCHIO”
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LA FRASE DEL GIORNO
L'amore è un luogo / e in questo luogo di / amore si muovono / (con luminosità e pace) / tutti i luoghi.
EDWARD ESTLIN CUMMINGS, No grazie
Edward Estlin Cummings, noto anche come e.e. cummings (Cambridge, 14 ottobre 1894 – North Conway, 3 settembre 1962), poeta, drammaturgo, scrittore e saggista statunitense. È celebre per il suo uso poco ortodosso delle maiuscole e delle regole della punteggiatura, e per il fatto di servirsi delle convenzioni sintattiche in modo avanguardista e innovativo.
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