PHILIPPE JACCOTTET
SONO STRANIERO NELLA NOSTRA VITA
Sono straniero nella nostra vita,
perciò a te sola parlo, e in versi strani:
a te, luogo sperato, età fiorita,
nido di paglia e pioggia sopra i rami,
arnia d’acqua che trema al primo albore,
nel buio nuova Dolcezza… (Ma ora è tempo
che i corpi lieti tornino all’amore,
urlino gioia, e una ragazza pianga
fuori, nel freddo. E tu? In città non sei,
non vai incontro alle notti, è l’ora in cui
solo ricordo di una bocca vera
sono i miei versi…) O frutti maturi,
fonti di vie dorate, parchi d’edera,
solo a te parlo, mia assente, mia terra…
(da Il gufo, 1953 - Traduzione di Fabio Pusterla)
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Michelle è la protagonista dell’amore impossibile vissuto in gioventù dal poeta svizzero Philippe Jaccottet. L’assenza dell’amata lo rende straniero in quella storia che vive ormai solamente di poesie ispirate al ricordo: “Michelle, siamo stati di quegli uccelli / che si sfiorano, travolti dalla luce / e si inseguono gridando sempre più in alto / fino all’estasi, troppo simile all’effimero”.
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RICHARD BLUNT, “UN DOMANI COMPLETAMENTE NUOVO”
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LA FRASE DEL GIORNO
[La poesia] anche se è un’illusione, sarà stata comunque utile. Ed è forse così utile da non poter essere affatto un’illusione.
PHILIPPE JACCOTTET, Cultur@ctive, 27 settembre 2000
Philippe Jaccottet (Moudon, 30 giugno 1925), scrittore, poeta, traduttore e critico letterario svizzero di lingua francese. La sua poesia si sforza di trovare una relazione con la natura e il mondo, cercando di preservare l’emozione di fronte alle cose viste, lavorando ora sul percepito ora sul sentito.
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